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lunedì 17 novembre 2014

Storia di un relitto - MILLION HOPE







 



Il Million Hope era un Cargo Carrier costruito in Giappone, lanciato nel 1972, lungo 174,6 metri, largo 24,9 metri, con 10 metri di pescaggio.


 La nave, partita dalla Giordania il 19 Giugno 1996, in rotta per Taiwan, si arenò sulla barriera corallina vicino a Naqb la mattina dopo, a causa di una combinazione tra un incendio a bordo e la velocità elevata in condizioni di scarsa visibilità. 



  
L'equipaggio formato da 25 uomini fu salvato immediatamente.


Il Million Hope, secondo più grande relitto del Mar Rosso, è affondato in posizione verticale vicino al reef in 25 metri d'acqua, con il ponte principale a circa 6 metri.


 


Inoltre sul fondale, al fianco di tribordo della nave, si trova una grande grue che e’ stata utilizzata per cercare di salvare la nave dall’affondamento ma accidentalmente e’ stata coinvolta nel naufragio.









La barriera corallina incontaminata, la rigogliosa vita sottomarina e l'atmosfera magica del relitto, rendono il Million Hope il sito di immersione ideale per gli amanti della fotografia subacquea.



Oltre a grandi Pesci Pipistrello sullo scafo del Million Hope e sul fondale si trovano stupendi Alcionari dove e’ facile scovare diverse specie di nudibranchi dai colori piu’ sgargianti.



Iniziando la penetrazione dalle stanze di comando per poi scendere di 3 piani nella sala macchine e’ facile imbattersi in stupendi Pesci Leone che fluttuano al buio e dai classici Pesci Accetta che popolano le stanze con luce filtrnte di ogni relitto come a formare un dipinto…

Un ringraziamento speciale va' fatto a Maurizio Ridolfo per averci fatto conoscere questo stupendo relitto ed al nostro Marco Sulpizii per averci regalato questi splendidi scatti!





















giovedì 9 gennaio 2014

Seconda Creatura Marina Gigante spiaggiata sulla costa di Santa Monica -Allarme gigastismo dovuto alla radioattivita' dei mari.




Calamaro Gigante Scoperto Sul Litorale della California, gli scienziati sospettano si tratti di gigantismo radioattivo


Pubblicato 9 gennaio 2014Da Butch WITT 
Per la seconda volta negli ultimi mesi , una gigantesca creatura marina e' stata ritrovata spiaggiata in California.  La prima e' stata un Oarfish raro cresciuta alla bizzarra lunghezza di 100 piedi . Questa volta è stato un gigantesco calamaro misura un enorme 160 metri dalla testa alla punta tentacolo .Questi giganti hanno un aspetto diverso , ma gli esperti ritengono che condividono un importante elemento comune: entrambi provengono dalle acque vicino alla Fukushima Dai -ichi Nuclear Power Plant nel distretto di Futaba del Giappone .Gli scienziati ritengono che, dopo 2011 disastro di Fukushima Dai-ichi Nuclear Power Plant un numero imprecisato di creature del mare ha subito mutazioni genetiche che hanno innescato la crescita incontrollata - " . Gigantismo radioattivo " 

 

Purtroppo , questa schiera di giganti mutanti sembri arrivare alla deriva sempre verso gli Stati Uniti  a Santa Monica .Cynthia Beard, Gestore del Santa Monica Park ha specificato che hanno intenzione di spostare la creatura  a pezzi presso il centro di ricerca Scripps Research per analizzarne i tessuti e studiare sulla carcassa dell'enorme animale.
Anche se non è ancora ben compreso , il gigantismo radioattivo risulta quando la radiazione provoca modifiche alle porzioni di crescita di regolazione del DNA degli organismi interessati . Quando i regolatori di crescita non riescono a controllare la crescita cellulare , un organismo può raggiungere molte volte la sua dimensione normale del corpo . Il professore di biologia Martin L. Grimm ,
esperto di gigantismo del Santa Marin College ha detto che il disastro nucleare può aver avuto alcuni benefici non intenzionali . " Queste creature ci danno la possibilità di studiare gigantismo radioattivo ", ha detto .  
Grimm ritiene che sfruttare il gigantismo radioattivo può essere come sfruttare l'atomo per creare energia atomica . " Immaginate un tonno che potrebbe alimentare una città delle dimensioni di Austin, Texas , " ha detto . "Questa è la possibilità di gigantismo radioattivo . "Altri trovano le gigantesche creature del mare essere un potenziale problema di sicurezza . Anche prima che il calamaro gigante arrivasse a riva , la US Coast Guard ha emesso un " avviso di sicurezza " per i residenti delle coste della California centrale e meridionale . 


"Ieri l'ammiraglio Sandy Duncan -Roberts ha detto che avrebbe bisogno di aumentare il livello di consapevolezza ad un " allarme giallo ", che chiede ai residenti di " prestare molta  attenzione ", lungo i litorali. Le creature marine giganti davvero una minaccia per quelli a terra ?
I residenti sono preoccupati , ora che una seconda creatura è emersa delle acque . "Prima ci  preoccupavamo solo per il parcheggio quando andavamo in spiaggia ", ha detto Marquise Griffon . "Ora dobbiamo preoccuparci di Godzilla ! "
Se i residenti dovessero avvistare una creatura del mare di insolite dimensioni, potranno chiamare il numero verde US Coast Guard a 1-800-BIG-FISH.

giovedì 28 novembre 2013

A che ora e' la fine del mondo?

FUKUSHIMA, TOKYO AMMETTE: IL RISCHIO-APOCALISSE È ADESSO

Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria. Un impianto che andava chiuso molti anni fa, ben prima del disastro nucleare del marzo 2011. Da allora, la situazione non è mai stata sotto controllo: la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Tokyo finalmente ammette che, da mesi, si sta inquinando il mare con sversamenti continui di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto. Ma il peggio è che nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo. L’operazione più pericolosa comincerà a novembre, quando sarà avviata la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare. Operazione mai tentata prima su questa scala, avverte la “Reuters”: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. Enormità: bonificare Fukushima – ammesso che ci si riesca – richiederà 11 miliardi di dollari. Se tutto va bene, ci vorranno 40 anni. 

 

Gli scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori, riassume il “Washington’s Blog” in un lungo reportage tradotto da “Megachip”: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. Perché il peggio deve ancora arrivare: gli stessi tecnici incapaci, che hanno prima nascosto l’allarme e poi sbagliato tutte le procedure di emergenza, ora «stanno probabilmente per causare un problema molto più grande». Letteralmente:
«La più grande minaccia a breve termine per l’umanità proviene dai bacini del combustibile di Fukushima: se uno dei bacini crollasse o si incendiasse, questo potrebbe avere gravi effetti negativi non solo sul Giappone, ma sul resto del mondo».

 Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare, avvertono l’esperto nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che
«evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore».
Un allarme di così vasta portata, che disorienta anche gli esperti più prudenti. Come Akio Matsumura, già consulente Onu, secondo cui la rimozione dei materiali radioattivi dai bacini del combustibile di Fukushima è «una questione di sopravvivenza umana».
Migliaia di lavoratori e una piccola flotta di gru, riferisce il “New York Times”, si preparano a «evitare un disastro ambientale ancora più profondo, che ha già reso la Cina e gli altri paesi vicini sempre più preoccupati». Obiettivo, neutralizzare le oltre 1.300 barre di combustibile esaurito dall’edificio del reattore 4. È come sfilare sigarette da un pacchetto accartocciato, avverte Gundersen: basta che due barre si urtino, e c’è il rischio che rilascino cesio radioattivo, xenon e kripton.
«Ho il sospetto che nei prossimi mesi di novembre, dicembre e gennaio, sentiremo che l’edificio è stato evacuato, che hanno rotto una barra di combustibile, e che la barra di combustibile sta emettendo dei gas. Ritengo che le griglie si siano contorte, il combustibile si sia surriscaldato e il bacino sia giunto a ebollizione: la conseguenza naturale è che sia probabile che una parte del combustibile rimarrà incastrata lì per un lungo, lungo periodo».
Le griglie sono contorte per effetto del terremoto, che ha fatto collassare il tetto proprio sopra il deposito nucleare.
«Le conseguenze – conferma il “Japan Times” – potrebbero essere di gran lunga più gravi di qualsiasi incidente nucleare che il mondo abbia mai visto: se una barra di combustibile cadesse, si rompesse o si impigliasse mentre viene rimossa, i possibili peggiori scenari includono una grande esplosione, una fusione nel bacino o un grande incendio. Ognuna di queste situazioni potrebbe portare a massicci rilasci di radionuclidi mortali nell’atmosfera, mettendo in grave rischio gran parte del Giappone – compresi Tokyo e Yokohama – e anche i paesi vicini».

Secondo la “Cnbc”, il pericolo maggiore riguarda il possibile sversamento di acqua in uno dei bacini, che potrebbe incendiare il combustibile. «Un enorme incendio del combustibile esaurito – dichiara alla “Cnn” il consulente nucleare Mycle Schneider – probabilmente farebbe apparire poca cosa le attuali dimensioni della catastrofe, e potrebbe superare le emissioni di radioattività di Chernobyl di decine di volte». Una sorta di apocalisse:
«Le pareti della piscina potrebbero avere perdite al di là della capacità di fornire acqua di raffreddamento, o un edificio del reattore potrebbe crollare in seguito una delle centinaia di scosse di assestamento. Poi, il rivestimento del combustibile potrebbe incendiarsi spontaneamente emettendo il suo intero accumulo radioattivo».

Sarebbe il più grave disastro radiologico mai visto fino ad oggi, conferma Antony Froggatt nel suo “World Nuclear Industry Status Report 2013”, redatto con Schneider. E per Gundersen, direttore di “Fairewinds Energy Education”, l’operazione si prospetta «piena di pericoli», e la verità è che «nessuno sa quanto male potrebbero andare le cose». Ciascun assemblaggio di barre combustibili pesa 300 chili e misura 4 metri e mezzo. Gli assemblaggi da rimuovere sono 1.331, informa Yoshikazu Nagai della Tepco, più altri 202 stoccati nel bacino: le barre di combustibile esaurito inoltre contengono plutonio, una delle sostanze più tossiche dell’universo, che si forma durante le ultime fasi del funzionamento di un reattore. «Il problema di una criticità che colpisca il bacino del combustibile è che non la si può fermare, non ci sono barre di controllo per gestirla», sostiene Gundersen. «Il sistema di raffreddamento del bacino del combustibile esaurito è stato progettato solo per rimuovere il calore di decadimento, non il calore derivante da una reazione nucleare in corso».

Le barre sono rese ancora più vulnerabili agli incendi nel caso debbano essere esposte all’aria. Il quadro è estremamente precario: l’operazione si svolgerà sott’acqua, in un bacino all’interno di un edificio lesionato, che la Tepco ha già puntellato. «La rimozione delle barre dal bacino è un compito delicato», testimonia Toshio Kimura, ex tecnico della Tepco, al lavoro a Fukushima per 11 anni. 
«In precedenza era un processo controllato dal computer che memorizzava al millimetro le posizioni esatte delle barre, ma ora non se ne può più disporre: il processo deve essere fatto manualmente, quindi c’è un alto rischio che si possa far cadere e rompere qualcuna delle barre di combustibile». In più, la situazione è assolutamente instabile. Secondo Richard Tanter, esperto nucleare dell’università di Melbourne, il reattore 4 di Fukushima «sta affondando». Lo conferma l’ex premier giapponese Naoto Kan: sotto il grande deposito di combustibile atomico, il terreno è già spofondato di circa 31 centimetri.
Per tentare di stabilizzarlo e isolarlo dall’acqua, la Tepco sta considerando la possibilità di congelare il suolo attorno all’impianto. Essenzialmente, riferisce “Nbc News”, si tratta di costruire un muro sotterraneo di ghiaccio lungo un miglio, cosa che non è mai stata tentata prima: in pratica, stanno cercando di arrampicarsi sugli specchi perché non sanno come risolvere il problema. «Un altro errore che venisse fatto dalla Tepco potrebbe avere conseguenze perfino esiziali, per il Giappone», sottolinea “Japan Focus” puntando il dito contro l’azienda elettrica responsabile del disastro. La Tepco ha infatti taciuto la verità sul degrado dell’impianto prima ancora del sisma, poi ha sbagliato tutto il possibile. Il governo di Tokyo ha concluso che il disastro ha avuto “cause umane”, ed è stato provocato da una “collusione” tra il governo stesso e la Tepco, oltre che da una cattiva progettazione del reattore. Già all’indomani della tragedia, «la Tepco sapeva che 3 reattori nucleari avevano perso capacità contenitiva, che il combustibile nucleare era “scomparso”, e che non vi era di fatto alcun vero contenimento».

L’azienda, ricorda il “Washington’s Blog” ha cercato disperatamente di coprire la verità per due anni e mezzo, «fingendo che i reattori fossero in fase di “spegnimento a freddo”», e solo ora ha ammesso che da due anni sta rilasciando enormi quantità di acqua radioattiva che, attraverso le falde sotterranee, si riversano nell’Oceano Pacifico. La dimensione del pericolo lascia sgomenti: nessuno, al mondo, è preparato a fronteggiare una catastrofe come quella evocata dai tecnici più pessimisti. Ma l’aspetto più sinistro, forse, è proprio quello che riguarda l’informazione e l’assoluta mancanza di trasparenza: la verità è stata negata dai tecnici, minimizzata dai politici, oscurata dai media. Molti blogger hanno incessantemente rilanciato l’allarme, fino alla notizia – qualche mese fa – degli sversamenti radioattivi in mare. Solo ora – di fronte all’impossibilità di continuare a negare, alla vigilia della pericolosissima operazione di bonifica – si giunge ad ammettere tutto. Colpisce l’appello di Mitsuhei Murata, ex ambasciatore giapponese in Svizzera, che chiede che il Giappone rinunci ad ospitare a Tokyo le Olimpiadi 2020, perché non potrebbe garantire la sicurezza degli atleti. Così, il Sol Levante tramonta nella vergogna.



mercoledì 9 ottobre 2013

Scoperta una gigantesca piramide nel mare delle Azzorre: potrebbe essere la città perduta Atlantide

Alta 60 metri, si estenderebbe su una superficie di addirittura 8.000 metri quadrati, vale a dire maggiore rispetto a quella di uno stadio di calcio. A diffondere questa notizia in Europa, la Radio e Televisione del Portogallo (RTP), che ha evocato il mistero di Atlantide, domandandosi se stia finalmente affiorando un pezzo di quella misteriosa civiltà di cui si parla fin da tempi antichissimi.

http://oubliettemagazine.com/wp-content/uploads/piramide-mare-azzorre.jpg

La notizia ha suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale e del Governo portoghese, che stanno ora indagando. La tv pubblica di Lisbona riporta che a segnalare la presenza di questo ritrovamento, sarebbe stato un marinaio portoghese, Diocletiano Silva, che con la sua nave si trovava nell’arcipelago delle Azzorre, composto fra l’altro da 9 isole, tra Terceira e San Miguel.
Grazie ad un dispositivo sonar, più precisamente un grafico barimetrico, strumento che scandaglia i fondali marini e fornisce informazioni sulla navigazione di superficie, Silva avrebbe individuato la “struttura”. La straordinaria scoperta sembra risalire a qualche mese fa, ma l’annuncio ufficiale è stato dato solo adesso.

La piramide è al momento oggetto di indagini anche da parte della Marina portoghese. “Ma – ha aggiunto Luiz Fagundes Duarte, segretario regionale per la Pubblica Istruzione- è da escludere che si tratti di un manufatto umano, vista la sua posizione, a circa 40 metri di profondità nell’oceano”.
Ma Silva la pensa diversamente e dopo averne studiato le caratteristiche peculiari, ha affermato al giornale locale Diario Insular: “Non credo proprio che sia di origine naturale, oltre che avere una base quadrata, infatti, la struttura sembra anche perfettamente definita ed è esattamente orientata rispetto ai punti cardinali proprio come la Grande Piramide di Giza. Potrebbe dunque essere la testimonianza, ormai sommersa dal mare, di una civiltà fiorente in epoche remote proprio alle Azzorre”.

Un’ipotesi, questa, coerente con gli ultimi scavi condotti dall’Apia, l’Associazione Portoghese della Ricerca Archeologica, che ritiene di avere trovato le prove della presenza di insediamenti umani già migliaia di anni fa, molto prima della scoperta ufficiale delle isole, datata al 1325. Ultimamente nell’arcipelago sono state ritrovate varie strutture piramidali protostoriche, alcune alte fino a 13 metri, allineate con il sorgere del sole nel solstizio d’estate.

L’anno scorso, poi, proprio a Terceira, sono emersi esempi di pittura rupestre molto antichi. Terceira, detta anche “l’isola lilla” si trova nel mezzo del Nord Atlantico, proprio in quel tratto di mare, al di là delle Colonne d’Ercole, oggi Stretto di Gibilterra, nel quale Platone aveva immaginato la mitica isola di Atlantide, scomparsa in un ribollire di acqua nel giro di un solo giorno, devastata da un terremoto e da un maremoto di dimensioni apocalittiche.
Nel corso degli anni, interpreti platonici e archeologi, hanno collocato la civiltà atlantidea un po’ ovunque, senza mai però trovare prove concrete della sua esistenza, mentre gli storici hanno considerato il racconto del filosofo greco soltanto una leggenda. “Eppure secondo me, è sicuramente il ricordo di un evento reale, non è un mito”, sostiene Graham Hancock, lo scrittore scozzese autore di alcuni libri nei quali ha cercato di penetrare i segreti del passato.
Ad annientare quella prima umanità fu l’improvviso innalzamento del livello dei mari provocato dalla fine dell’ultima Era Glaciale. Hancock ha accolto con entusiasmo il ritrovamento di questa presunta piramide sottomarina, che sembra confermare la sua teoria illustrata nei libri “Impronte degli dei”, del quale sta preparando una seconda stesura, e “Civiltà sommerse”.

Egli ha fatto un calcolo: le terre attualmente coperte da 40-50 metri d’acqua, dovrebbero essere state sommerse da quella grande onda legata all’improvviso scioglimento dei ghiacci circa 12.500 anni fa. Ebbene, se davvero nell’oceano delle Azzorre si nasconde un edificio a forma piramidale, deve essere stato costruito prima di quella data.
Entro il 10.500 a.C., la stessa data proposta dai soliti archeologi “eretici” per le Piramidi di Giza. Suggestione? Coincidenza? Soltanto gli esperti, coadiuvati da ulteriori ed approfondite analisi potranno dare l’ardua sentenza.

martedì 29 gennaio 2013

Australia: la montagna di schiuma

I cittadini di Mooloolaba, nel Queensland, si sono svegliati con questa sopresa, trascinata dalle onde sulle spiagge della località balneare. Nessuna pericolo per la salute, hanno detto gli esperti. E così come è venuta, dovrebbe scomparire presto: non sono ancora note le cause del fenomeno.
 




sabato 5 gennaio 2013

Pesce Balestra sulle coste Abruzzesi???

Capita sempre piu' di frequente di incontrare nei nostri mari alcune specie ittiche che non ci saremmo mai immaginati di vedere prima...


E' proprio cosi' che ieri mattina mentre passeggiavo tranquillamente sulla spiaggia di Montesilvano (PE) insieme al mio cane, mi sono imbattuto nei resti di un animale che tutto avrei pensato tranne di poterlo vedere proprio qui sotto casa : "Un Balestra!"
La prima cosa che mi e' venuta in mente e' stata:" Se io non vado in Mar Rosso, il Mar Rosso viene da me!" , ma io non sono mica Maometto!
Il Balistidae che ho avvistato era un Balistes carolinensis specie gia' avvistata in precedenza anche nella zona nord del Mar Adriatico. 




La domanda sorge spontanea: "Per quale motivo questo pesce che normalmente vive in acque temperate si e' spinto fin qui???" 

La risposta e' Global Warming, ovvero l'aumento della temperatura globale che sta alterando anche l’equilibrio ittico del Mediterraneo, esposto in questi ultimi anni, ad un avanzato processo di tropicalizzazione e meridionalizzazione.
Per tropicalizzazione si intende il processo di insediamento in Mediterraneo di specie provenienti da aree tropicali o sub-tropicali, mentre, per meridionalizzazione si intende lo spostamento verso nord di specie tipiche delle coste sud di questo mare. In alcuni casi si tratta di specie passate attraverso il canale di Suez, provenienti dal Mar Rosso, mentre nel caso del nostro pesce Balestra (Balistes carolinensis) e del pesce pappagallo (Sparisoma cretense) si assiste a un significativo cambiamento di distribuzione della fauna ittica autoctona, che porta molte specie tipiche delle aree più calde del Mediterraneo a espandersi verso nord. 
Un altro canale d'ingresso è rappresentato dallo scarico incontrollato delle acque di zavorra delle navi cisterna. 

Questa migrazione ha dato luogo in alcuni casa ad una vera e propria proliferazione di specie aliene che si sono ambientate e riprodotte benissimo, al punto di arrivare a soppiantare le specie autoctone e di essere comunemente pescate e commercializzate. Fra di esse ricordiamo: il pesce palla (Sphoeroides cutaneus), la ricciola fasciata (Seriola fasciata), la triglia del Mar Rosso (Upeneus moluccensis) e il barracuda mediterraneo (Sphyraena viridensis).





Altro elemento significativo del fenomeno e' l'aumento di avvistamenti sia nel Tirreno  che nell’Adriatico, di esemplari di squali bianchi…
Naturalmente spero che non si tratti proprio del mio prossimo incontro ravvicinato!!!

martedì 11 dicembre 2012

Corto Maltese


Non conosco un modo migliore per fuggire dalla realta', di rispolverare un vecchio libro, magari messo da parte ma con il segnalibro inserito sempre nella stessa pagina centrale...come se il libro stesso fosse ad aspettare che tu lo riapra e continui a leggerlo.
Un giorno un amico mi chiese di disegnare un ritratto del protagonista di un fumetto di Hugo Pratt, che voleva appendere nella stanza che avrebbe occupato il suo bimbo il giorno che sarebbe nato.
Fu cosi' che mi diede in custodia la sua collezione delle avventure del famigerato marinaio CORTO MALTESE. 
Conoscevo gia' da tempo quei tratti unici che hanno dato luce ad un personaggio cosi' particolare del mondo del fumetto ma non mi era mai capitatato di imbattermi nella lettura di una delle sue avventure.
Dapprima iniziai a sfogliare le pagine dei vari libri in cerca di un'immagine da riprodurre sulla tela che avevo preso come impegno, ma mi accorsi dopo poco che era impossibile trovarne una... le volevo disegnare tutte!

In ogni immagine c'era un particolare, una sfumatura che avrei voluto aggiungere,  iniziai cosi' a capire che quello che avevo davanti non era un fumetto qualunque e cominciai a leggere. 
Lessi convulsivamente e sconfusionatamente quei racconti di mare e d'avventura, storie miste di salsedine e passione e con quella stessa confusione che anima i racconti cominciai a disegnare uno sfondo, poi un'immagine, poi cancellai tutto e ricominciai da capo! 
Cosi' sfondo dopo sfondo, immagine dopo immagine, il quadro si compose da solo, quasi per magia. L'insieme di quei particolari, di quelle sfumature comparsero in quella tela con lo stesso sapore di quei racconti che con la loro intensita' avevano dato colore ai miei pennelli!
Un giorno finalmente dopo un bel po' di tempo, donai il quadro  che avevo finalmente composto ad Antonio, l'amico che me lo aveva commissionato, lui mi ringrazio' ma in realta' sono io che avrei dovuto ringraziare lui per avermi fatto conoscere questo fantastico eroe.


Grazie Anto'!

ARGOMENTI CORRELATI: CORTO MALTESE SITE




Per saperne di piu':

Corto Maltese è un personaggio dei fumetti creato da Hugo Pratt nel 1967 e protagonista dell'omonima serie a fumetti "Cortomaltese", attualmente ripubblicata da Rizzoli Lizard.
Il personaggio di Corto Maltese esordì nel 1967 sul n°1 della rivista Sgt. Kirk, edita dalla Florenzo Ivaldi Editore dell'omonimo imprenditore genovese. Fu Stelio Fenzo a far incontrare Ivaldi, appassionato di fumetti, e Hugo Pratt, di cui Ivaldi era un ammiratore; dall'incontro nacque il progetto della casa editrice. Per la nuova rivista Sgt. Kirk Pratt creò Corto Maltese e la storia Una ballata del mare salato, che termina nel n°20 della rivista nel febbraio 1969. La Ballata fu successivamente ristampata anche sulle pagine del Corriere dei Piccoli dal n°23 al n°35 nell'estate del 1971. La prima edizione in un unico albo è del 1972, edita da Mondadori. L'esperienza genovese termina nello stesso anno 1969 con la chiusura della rivista.
Dall'anno successivo Pratt iniziò a creare nuovi racconti brevi con protagonista Corto Maltese per la rivista Pif Gadget. Corto Maltese esordì il 3 aprile 1970 nel n°1296 del periodico francese con il racconto Il segreto di Tristan Bantam. La collaborazione con Pif Gadget terminò nel 1973: il 25 aprile di quest'anno infatti venne pubblicato sul n°1455 il racconto Leopardi, l'ultimo destinato al periodico francese. Le ventuno storie apparse su Pif furono pubblicate in Italia dalla rivista Corto Maltese in un secondo momento. Tali storie furono poi raccolte in vari albi negli anni successivi.

Nel frattempo a metà degli anni settanta Hugo Pratt strinse grande amicizia con il giovane Lele Vianello che, assorbiti la tecnica e lo stile del grande fumettista, diventò suo braccio destro collaborando graficamente alle sue opere.[senza fonte]
In seguito Pratt lavorò al racconto lungo Corte sconta detta arcana, che venne pubblicato su Linus dal n°1 della rivista nel gennaio 1974 fino al n°7 del luglio 1977. Con Corte Sconta detta Arcana Pratt operò un primo notevole cambiamento stilistico, come sempre in direzione della semplificazione: "Vorrei arrivare a dire tutto con una linea", ripeteva, e da allora le storie di Corto Maltese ebbero sempre la forma di romanzi grafici più o meno lunghi. La prima edizione in album unico di Corte sconta detta arcana fu pubblicata nel 1977 da Milano Libri.
Il lavoro seguente fu Fiaba di Venezia [Sirat al Bunduqiyyah], pubblicato nel 1977 su L'Espresso dai nn.21-22 fino al n°51. Due anni più tardi la storia fu pubblicata per la prima volta in un unico albo dall'editore Milano Libri.

Nel frattempo Bompiani pubblicò la prima edizione degli albi Le etiopiche e Le celtiche, rispettivamente nel 1979 e nel 1980. Nel primo, con prefazione firmata da Umberto Eco, furono raccolti i racconti Nel nome di Allah misericordioso e compassionevole, L'ultimo colpo, E di altri Romei e di altre Giuliette e Leopardi; nel secondo furono raccolte le storie Concerto in o' minore per arpa e nitroglicerina, Sogno di un mattino di mezzo inverno e Burlesca e no tra Zuydcoote e Bray dunes.
Agli inizi degli anni '80 Pratt lavorò al racconto La casa dorata di Samarcanda, che ebbe una storia editoriale piuttosto travagliata. Le prime due tavole, a colori, vennero pubblicate in anteprima su Imaginaria 1 il 30 maggio 1980. In seguito la pubblicazione iniziò prima su À suivre (dal n°31-32 dell'agosto-settembre dello stesso anno al n°37 del febbraio 1981), poi su Linus (dal n°10 dell'ottobre 1981 al n°3 del marzo 1983), rimanendo in entrambe le occasioni incompiuta. Fu ripresa dal n°1 di Corto Maltese nel 1983 per concludersi infine nel n°4 dell'aprile 1985.

Il 5 maggio 1981 iniziò la pubblicazione de La giovinezza su Le matin de Paris, terminata il primo gennaio 1982, mentre la prima uscita a colori comparve nel n°1 de L'Eternauta nel marzo 1982 e terminò nel n°9 del novembre dello stesso anno. Milano Libri pubblicò la storia in un unico album a colori nel 1985.
Gli ultimi tre racconti comparvero tutti sulla rivista Corto Maltese. Tango y todo a media luz fu pubblicato dal n°6 del giugno 1985 al n°5 del maggio 1986. Le helvetiche - Rose alchemiche fu pubblicato nel 1987 dal n°3 al n°8. L'ultimo episodio della serie, Mu, fu pubblicato dal n°12 del dicembre 1988 al n°6 del giugno 1989 e dal n°1 al n°9 del 1991. Le rispettive prime edizioni in volume unico di questi tre racconti furono pubblicate da Rizzoli/Milano Libri rispettivamente nel 1988, nel 1989 e nel 1992.
Agli inizi degli anni '90 furono pubblicati da Rizzoli/Milano Libri le prime edizioni degli albi Suite caribeana (1990) e Il mare d'oro (1991), entrambi a colori[5]. In Suite furono raccolti i racconti Il segreto di Tristan Bantam, Appuntamento a Bahia e Samba con Tiro Fisso, mentre ne Il mare d'oro furono inseriti Un'aquila della giungla, ...e riparleremo dei genitluomini di fortuna e Per colpa di un gabbiano.
Dopo Mu il "maestro di Malamocco" (come lo definì Oreste Del Buono) aveva in mente un altro capitolo per la saga che sarebbe stato la continuazione de La giovinezza del 1981, nella quale si narrava una parte dell'adolescenza del protagonista. La casuale scoperta di un pugno di strisce, tredici in tutto, con dialoghi solo abbozzati, avvenuta nel settembre del 2005 da parte della figlia di Pratt rovistando dentro una rivista, ne è la prova.
Dal 1993 l'editore Lizard ha iniziato la ripubblicazione delle storie di Corto Maltese.



La vita di Corto Maltese può essere ricostruita sulla base degli indizi lasciati da Hugo Pratt nelle storie e dalle introduzioni alle stesse. Sono in generale frammentarie e, in alcuni rari casi, data la profonda meticolosità della ricerca storica compiuta da Pratt, non collimano con la realtà storica. Di professione marinaio, Corto Maltese abbandona rapidamente la vita legale per dedicarsi alla pirateria, sicuramente intorno al 1910. Con amicizie in tutto il mondo, nel mondo criminale come in quello legale, Corto attraversa la storia del primo quarto del ventesimo secolo con distacco, ironia e profonda umanità, schierandosi immancabilmente con i più deboli eppure mantenendo insospettabili amicizie con spietati criminali come Rasputin o Venexiana Stevenson. Corto Maltese è un marinaio ed avventuriero degli inizi del XX secolo. Corto Maltese (il cui nome - come dichiarò Pratt - appartiene all'argot andaluso e significa "svelto di mano") nasce il 10 luglio 1887 a La Valletta, nell'isola di Malta.Il padre è un marinaio inglese di Tintagel King's Arthur Castle in Cornovaglia, nipote di una strega dell'Isola di Man; sua madre è una gitana di Siviglia, la Niña di Gibraltar, modella del pittore Ingres. Trascorre la prima infanzia prima a Gibilterra, poi a Cordova, viene poi mandato dalla madre a La Valletta a studiare alla scuola ebraica del rabbino Ezra Toledano, che lo inizia ai testi dello Zohar e della Cabbala. Quando Amalia, la cartomante si accorge che Corto non possiede la linea della fortuna sulla mano sinistra, Corto Maltese prende un rasoio d'argento di suo padre e se ne incide una da solo.
Il primo riferimento sulla sua vita sarebbe un ricordo di Joseph Conrad che ricorderebbe un giovane marinaio di Malta imbarcato come mozzo sulla "Osborn", nave sotto il comando dello scrittore che faceva servizio sulla tratta Australia-Inghilterra. Ciò sarebbe avvenuto nell'ultimo anno di navigazione di Conrad, ovvero nel 1894, quando Corto aveva solo sette anni
A soli 13 anni, nell'anno 1900, lo troviamo in Cina dove assiste e forse partecipa alla guerra dei Boxers, secondo un rapporto del Maggiore Okeda, responsabile dell'informazione militare per il Giappone durante la guerra russo-giapponese[15]. Nel 1904 Corto si imbarca sul Vanità Dorata. Fa scalo a Buenos Aires, dove viene iniziato al tango. Nel 1905 è presente in Manciuria verso la fine della guerra russo-giapponese. Qui incontra il giornalista e scrittore Jack London. Fa la conoscenza anche con il personaggio che lo seguirà, volente o nolente, in molte delle sue avventure: Rasputin, allora disertore dell'esercito zarista ed assassino senza motivo. È London a presentare Rasputin a Corto Maltese, che sta per imbarcarsi per l'Africa in cerca delle miniere di Re Salomone.
Nel 1905, assieme a Rasputin, lascia l'Oriente in nave per raggiungere l'Africa sperando di trovare le miniere d'oro della Dancalia, ma, a causa di un ammutinamento, sbarcano in Argentina. Qui Corto e Rasputin incontrano Butch Cassidy e Sundance Kid, i due fuorilegge statunitensi rifugiatisi in Patagonia per sfuggire alle polizie di mezzo mondo.






Personaggi della serie

I personaggi di Pratt sono pieni di quell'ambiguità che caratterizza l'animo umano; i più importanti sono senza dubbio i più approfonditi psicologicamente, nonché i più interessanti e oscuri. Essi sono riportati qui di seguito:

Rasputin



Rasputin è un avventuriero di origini russe che si trova al fianco di Corto Maltese in molte delle sue avventure. La sua prima apparizione è nella storia Una ballata del mare salato, in cui lavora insieme a Corto Maltese come pirata al servizio del Monaco. Fisicamente identico al Rasputin storico, non ha comunque niente a che fare con lui.
Della vita di Rasputin Pratt non racconta quasi niente. Le uniche notizie le dà lo stesso Rasputin in Corte sconta detta arcana parlando con Corto: sua madre era una prostituta esiliata in Siberia orientale che morì dandolo alla luce; dopo la sua nascita fu allevato da una ragazza di Nicolaevsk (che - a suo dire - è il suo grande amore).
Come lo definì Oreste del Buono, Rasputin è il "deuteragonista ideale" di Corto Maltese. Egli ne sembra essere l'alter ego: mentre quest'ultimo è solo in apparenza egoista e cinico, ma in realtà è un personaggio molto umano, Rasputin è proprio quello che sembra e afferma di essere, ovvero un avventuriero e pirata crudele, meschino, avido.
Il rapporto tra i due è molto particolare. Nonostante si sprechino le minacce di morte di Rasputin nei confronti di Corto Maltese, il quale risponde sempre con indifferenza e ironia, sembra che fra i due vi sia un legame molto più forte di quanto possa sembrare. Rasputin ostenta talvolta slanci affettivi e di amicizia nei confronti di Corto, alle quali quest'ultimo però si mostra spesso irridente; tuttavia Corto dimostra più volte di tenere a Rasputin, come quando riesce ad ottenere il rilascio per entrambi dall'ammiraglio Groovesnore dopo essere stati fatti prigionieri dagli inglesi alla fine della Ballata.
Gianni Brunoro ipotizza anche un'interpretazione in chiave edipica del rapporto amore-odio di Rasputin verso Corto Maltese basandosi sul suo iniziale astio dell'avventuriero russo e la sua successiva assimilazione di alcuni tratti e atteggiamenti della personalità del marinaio maltese.

Jeremiah Steiner

Vecchio professore ebreo che studiò all'Università di Praga, Steiner incontra Corto Maltese in America del Sud e lo accompagnerà per quasi tutte le storie che si svolgeranno in quella zona, cercando di dare fondamento alle sue teorie sull'esistenza del mitico continente di Mu. Esso appare anche negli episodi Le Elvetiche, dove Corto Maltese lo accompagna in Svizzera a un congresso di alchimisti a Sion; e Mu, dove si muoveranno alla ricerca del continente perduto assieme a tanti altri personaggi. Inoltre Steiner conosce il rabbino Ezra Toledano, che si occupava del collegio dove crebbe Corto Maltese e che probabilmente ebbe una relazione con la madre, la Niña di Gibilterra.
Il personaggio è probabilmente una versione fumettistica del vero Rudolf Steiner, un filosofo, esoterista e pedagogista austriaco realmente esistito.
Steiner è un alcolista, affetto da crisi depressive dovute specialmente ai momenti di solitudine, e viene rappresentato come una persona estremamente fragile. Si attacca molto a Corto Maltese e a Tristan Bantam dopo averlo conosciuto e fa di tutto per aiutarlo, pur non essendo molto pratico nella vita dell'avventuriero specie per via dell'età.

Cush

« Anche se sei un cane infedele non mi sei antipatico... »

Cush è un guerriero dancalo che si trova al fianco di Corto Maltese nelle avventure africane delle Etiopiche. Egli è un guerrigliero fondamentalista sia in campo politico che in quello religioso, molto legato alle scritture del Corano e almeno inizialmente sprezzante nei confronti degli infedeli. Il suo rapporto con Corto Maltese è inizialmente costituito da insofferenza, asprezza, tensioni e ripicche, ma in seguito si trasformerà in un rapporto di amicizia e stima. Gianni Brunoro denota proprio una progressiva identificazione del personaggio di Cush con Corto Maltese in quanto inizierà a riprenderne gli atteggiamenti e le idee. L'evoluzione del personaggio grazie al rapporto con Corto Maltese sono evidenziati da Brunoro nell'episodio Piccolo Chalet gaio come te appartenente a un'altra serie a fumetti di Pratt, Gli scorpioni del deserto: qui l'identificazione di Cush con il personaggio di Corto Maltese è piena e perfino consapevol.

Venexiana Stevenson

« sei il peggior assassino che abbia mai incontrato... »

Venexiana è completamente differente dalle altre donne apparse nella serie: tanto per il carattere, quanto per l'aspetto fisico, essa si può dire unica. Caratterizzata da una personalità decisa e forte, Venexiana è un'avventuriera non bella, ma affascinante per la sua scaltrezza mista a una femminista praticità, come quando afferma di essere un'avventuriera perché: "L'avventura è una faccenda troppo seria per lasciarla in mano agli uomini".
Spesso rincorre gli stessi obiettivi di Corto e in molti momenti appare insensibile, non esitando a sparare per coprirsi la fuga, per esempio. Appare per la prima volta nell'episodio La Conga delle Banane, poi di nuovo a Venezia in L'angelo della finestra d'oriente e infine in un lungo episodio, La casa dorata di Samarcanda, dove si trova coinvolta con Corto quasi per caso alla ricerca dell'antico tesoro di Alessandro Magno.

Caratterizzazione

« Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più. »

Hugo Pratt spiegò la genesi del personaggio di Corto Maltese su Photo 13 nel 1973, affermando che aveva bisogno di un personaggio mediterraneo, ma inserito in una cultura anglosassone in quanto "nella tradizione narrativa anglosassone c'è più fiaba, più leggenda". Optò perciò per un maltese, originario quindi di un luogo dove molte culture si sono incrociate (elemento che sarebbe ritornato utile nella creazione delle varie storie), figlio di una prostituta di Gibilterra e di un marinaio della Cornovaglia.
All'apparenza Corto Maltese mostra di essere un personaggio cinico, individualista ed egocentrico, affermando che non è interessato agli affari altrui e lamentandosi se vi viene coinvolto suo malgrado. Tuttavia, oltre l'ostentato cinismo, la personalità di Corto Maltese è contraddistinta in realtà da lealtà e solidarietà umana. Spesso lo si ritrova ad aiutare gli altri, persino coloro con cui ha rapporti ostili, e per lui uccidere è sempre un decisione "criticamente consapevole": egli uccide, anche in modo deciso, ma solo se la situazione lo richiede. Brunoro nota nel personaggio addirittura una "componente romantica", in contraddizione col suo apparente cinismo. Egli è romantico nella sfera dei sentimenti (non sono rari momenti di scoramento, oppure di tristezza quando deve abbandonare la donna di cui si è innamorato), nella sua humanitas, nello schierarsi dalla parte del più debole e bisognoso d'aiuto quando deve giocoforza partecipare a un conflitto. Ma Brunoro lo definisce "romantico" anche nella vera e propria accezione manualistica del termine, ovvero "quella che vuole il romanticismo come movimento che alimenta la propensione verso l'ignoto, la fiaba, il vago fantasticare fuori dalla realtà". Il critico infatti nota che il "pirata" Corto Maltese è sì spesso alla ricerca di oro, ma di quello di tesori scomparsi e città leggendarie. Questo non perché sia perso in divagazioni ed esaltazioni idealistiche e quindi disancorato dalla realtà - spiega Brunoro - ma perché egli possiede una grande fantasia e una grande curiosità, doti che smascherano il suo apparente cinismo.
Altro aspetto peculiare della personalità di Corto Maltese è l'ironia. Brunoro definisce l'ironia di Corto come "arguzia e distacco"; è un espediente "psicologico" che secondo il critico gli permette di affrontare le avventure in cui - a suo malgrado o meno - si ritrova coinvolto. Lo stesso Corto Maltese lo ammette quando fuggendo sui tetti di Venezia cade all'interno della sala consiliare di una loggia massonica in Favola di Venezia:
« Scusatemi...quando mi trovo in una situazione imbarazzante faccio sempre lo spiritoso ma mi riesce male. »

Brunoro nota come talvolta l'ironia assuma una funzione catartica rispetto alla carica drammatica accumulatasi in precedenza.

Altri media

Graphic novel

Pubblicate in Italia dalla Lizard Edizioni nella collana Bibliothèque in formato cartonato con sovracoperta (cm. 23x30).
  • Corte Sconta detta Arcana
  • Mu: La città perduta
  • Le Celtiche
  • Le Elvetiche - Rosa Alchemica
  • Le Lagune dei Misteri
  • Lontane Isole del Vento
  • Favola di Venezia
  • Il Mare d'oro
  • La Casa Dorata di Samarcanda
  • La Giovinezza
  • Le Etiopiche
  • Suite caribeana
  • Tango
  • Una Ballata del Mare Salato

Cinema

Folco Quilici voleva girare un film su Corto Maltese, ma Pratt ha sempre risposto negativamente.[39]
Nel 1987 Pratt dichiarò che, non potendo più essere interpretato da Burt Lancaster giovane, l'unico che avrebbe potuto sostenere i silenzi di Corto Maltese senza perderne l'espressività sarebbe stato David Bowie.[40]

Cartoni animati

Dai fumetti della serie furono tratti alcuni episodi a cartoni animati trasmessi nella trasmissione Supergulp! negli anni settanta.
Nel 2002 una coproduzione italo-francese ha dato alla luce una nuova serie a cartoni animati di Corto Maltese basati sulle più famose storie del personaggio di Hugo Pratt. Il lavoro è culminato con la creazione del lungometraggio Corte Sconta detta Arcana.
Lista completa degli episodi:
  1. Una Ballata del Mare Salato
  2. Tropico del Capricorno
  3. L'Angelo della Finestra d'Oriente
  4. Sotto la Bandiera dell'Oro (intitolato però "Il Tesoro del Montenegro")
  5. Sogno di un Mattino di Mezzo Inverno
  6. Côte de nuit e Rose di Piccardia
  7. Teste e Funghi
  8. La Conga delle Banane
  9. Concerto in 'O Minore per Arpa e Nitroglicerina
  10. L'ultimo Colpo
  11. ... E di altri Romei e di altre Giuliette
  12. Leopardi
  13. La Casa Dorata di Samarcanda
  14. Corte Sconta detta Arcana
Raggruppamento su DVD:
  1. Una Ballata del Mare Salato (86 min., film)
  2. Tropico del Capricorno (80 min., film)
  3. Sotto la Bandiera dell'Oro (78 min., comprende epp. 3,4,5,6)
  4. Teste e Funghi (60 min., comprende epp. 7,8,9)
  5. Le Etiopiche (60 min., comprende epp. 10,11,12)
  6. La Casa Dorata di Samarcanda (78 min., film)
  7. Corte Sconta detta Arcana (92 min., film)

Teatro

Nel 1982 Alberto Ongaro e Marco Mattolini, con la collaborazione dello stesso Pratt, realizzarono uno spettacolo teatrale su Corto Maltese, la prima fu al teatro La Fenice di Venezia, le musiche curate da Paolo Conte, Gerardo Amato nella parte di Corto, Athina Cenci nella parte di "Bocca Dorata".
Nel 2002 un secondo spettacolo musicale, sempre con musiche di Paolo Conte, riadatta il racconto "Venezia degli Arcani" con Gioele Dix nella parte di Corto, per la regia di Giorgio Gallione.

Letteratura

Hugo Pratt scrisse anche alcuni romanzi d'avventura Una ballata del mare salato e Corte Sconta detta Arcana, pubblicato postumo e terminato da Marco Steiner, che vedono protagonista, come nel loro corrispettivo a fumetti, ancora Corto Maltese (così come Aspettando Corto).

Impatto culturale

Il nome di Corto Maltese appare anche nel graphic novel Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller come nome di un'isola al centro di un incidente non dissimile da quello della crisi dei missili di Cuba. La scelta del nome è apparentemente un inside joke (una battuta per pochi) poiché Miller ha affermato di essere un grande ammiratore dell'opera di Pratt. L'isola è stata menzionata in altri fumetti DC Comics da allora (1985). Il caso volle che la prima edizione italiana di questa storia fosse pubblicata proprio sulla rivista Corto Maltese della Milano Libri. La vicenda sarà poi ripresa nel primo film di Batman.
Di Corto Maltese è stata realizzata una statua situata a Grandvaux, località svizzera affacciata sul lago di Ginevra, per rendere omaggio a questo storico personaggio dei fumetti e al suo autore Hugo Pratt che ha passato qui un periodo della sua vita.
Un'altra statua del marinaio maltese (2,5 m, 300 kg), disegnata da Livio Benedetti è stata inaugurata il 14 giugno 2004 per la residenza Corto Maltese nel quartiere l’Houmeau ad Angoulême.[44]
Nel 1996, le poste italiane hanno emesso un francobollo da 850 lire rappresentante Corto Maltese e disegnato da R. Morena. Nel 1997 anche San Marino ha emesso un francobollo da 800 lire dedicato all'eroe all'interno di una serie di francobolli sui fumetti.
Nel 2010 la creativa produzione di mobili Capo D'Opera dedica un'intera collezione a Corto Maltese.
Nel video Hurrah! di Umberto Tozzi, l'abbigliamento del cantante rimanda in tutto e per tutto a Corto Maltese.
I Mau Mau nell'album Viva Mamanera del 1996 dedicano una canzone a Corto Maltese.
Nell 1998 la band sassuolese dei Mocogno Rovers incide il brano "La ballata del mare salato" nell'album La repubblica del folk".
Hanno dedicato canzoni a Corto Maltese anche i Falce e vinello (Corto Maltese) e il cantante argentino Jairo (la balada de Corto Maltese).
Vitorino Salomé, folk singer portoghese ha dedicato a Corto maltese la canzone "Meu querido Corto Maltese".
A Corto Maltese sono inoltre dedicate alcune vie: