UN PARADISO CHIAMATO
PALAU
Febbraio 2010
Lascio
la nebbia, il freddo e la pioggia milanese con in testa una meta a lungo
sognata: la repubblica di Palau, piccolo staterello situato nell'Oceano
Pacifico, a circa 500 km
a est delle Filippine, nonché ex colonia USA divenuta indipendente nel 1994,
famosa in ambito subacqueo per la biodiversità marina e per alcune tra le più
belle immersioni del mondo.
Il
viaggio è lungo: Milano... Dubai... Manila e, solamente una ventina di ore
dopo... Koror!
Arrivo
finalmente all'aeroporto a notte inoltrata ed immediatamente ho la prima brutta
notizia: i telefoni italiani NON funzionano!!! Va beh... Ci penseremo... Adesso
devo concentrarmi solamente sulle immersioni che mi aspettano il giorno
seguente.
Raggiungo
velocemente il Rose Garden Resort, delizioso insieme di edifici in legno
aggrappati ad una verde collina dalla quale si gode un bellissimo panorama
sulla baia! Prendo possesso della camera e, dopo neanche 5 minuti, cado
letteralmente in coma...
Appena
4 ore dopo la sveglia suona: mi aspetta una giornata densa di sole, mare, pesci
e paesaggi mozzafiato.
Per
il Diving sono andato sul sicuro: ho scelto il Fish ‘n Fins, diving con
quarant’anni di esperienza, il primo ad avviare l’esplorazione dei fondali di
Palau dopo che Jaques Cousteau ne aveva scoperto il potenziale. Fin dal primo
contatto ho capito subito di avere a che fare con una struttura davvero ben
organizzata: ha un eccellente servizio navetta che viene a prenderci
direttamente al resort, aspettando pazientemente che ognuno abbia finito di
fare colazione. Arrivato al diving, ho giusto il tempo di conoscere velocemente
i membri dello staff, firmare le carte di rito, scegliere il pranzo tra le
numerose opzioni, prendere posizione in barca e preparare l'attrezzatura... Si
parte!
Credetemi:
muoversi in barca tra le Rock Islands è un'esperienza che ti rimane impressa
nella mente... Centinaia di isolette di ogni forma e misura, ognuna con la base
leggermente erosa dal mare a ricordare vagamente un fungo, coperte da una vegetazione
color verde accecante ed inserite in un mare dalle mille sfumature!
Nella
parte di mare racchiusa nella laguna non c’è un’onda, non un'increspatura, una
quiete totale disturbata soltanto dal potentissimo motore della nostra barca!
Oddio!... Sono forse morto ed approdato direttamente in paradiso?!?
Se
il mare visto da fuori toglie il fiato, una volta indossata l'attrezzatura...
Non esistono parole o immagini per descrivere la ricchezza e la varietà che ti
si para davanti gli occhi! Squali Grigi ovunque, Squali Pinna Bianca, Napoleoni,
Colubrine, nuvole di Barracuda, Aquile di mare ad ogni pinneggiata, Mante,
Mobule... E ancora Tartarughe, Seppie, Tonni, gruppi di Carangidi talmente
fitti da oscurare completamente la vista... E non è finita: una tale quantità
di pesce, non può vivere che in un ecosistema sano! E di fatti la barriera
corallina è in condizioni eccellenti: coralli duri e molli si alternano a
distese di gorgonie impressionanti! È davvero uno spettacolo senza eguali!
Qui
sopravvive ancora la Giant Clam, una Tridacna dalle dimensioni inquietanti!
Difficilissima da vedere là dove una volta la faceva da padrona, a Palau puoi
permetterti il lusso di vederne ben tre in un'unica immersione!
Entrando
proprio nel merito delle immersioni, devo dire che a Palau non sono mai facili,
richiedono tutte un minimo di esperienza e, solo chi ha una buona formazione,
riesce a godersele completamente. Tutto questo nonostante i primi approcci
tendano a far sottovalutare queste difficoltà: una volta entrati in acqua, la
prima cosa di cui ci si rende conto, è la temperatura semplicemente perfetta!
La muta da 3 mm
risulta persino superflua se non per la protezione che ti offre dai coralli. Appena
si inizia a scendere e a vedere i primi branchi di pesci che ti si avvicinano
incuriositi, pensi di essere in un grande acquario... Tutto è perfetto: la
temperatura, la visibilità, i pesci, i coralli... Perché mai mi hanno chiesto
se avevo esperienza nelle immersioni in corrente e mi hanno dotato di questo
curioso strumento, il reef-hook?!? Nel momento in cui iniziano a far capolino i
primi Squali, cominci a capire di cosa stavano parlando: in corrispondenza dei
drop-off (punti in cui il fondo del mare precipita letteralmente verso
l’abisso), correnti ascensionali portano cibo direttamente in bocca ai
predatori, con una furia ed una veemenza mai vista prima! È in quel preciso
istante che devi affrettarti ad agganciarti ad uno scoglio con il reef-hook (un
grande uncino con una corda legata ad un’estremità) prima che la corrente ti
riporti in superficie in un battito di ciglia!
Una volta ancorato saldamente
alla roccia, non resta che gonfiare a dovere il Gav e godersi lo spettacolo
straordinario che la natura offre quotidianamente nelle cristalline acque di
Palau! A quel punto lo sguardo non sa più dove prestare attenzione... È come
una immensa passerella carica di modelle che si spintonano per attirare
l'attenzione del pubblico dando il meglio di sé! Sono tutt'ora convinto che,
dietro le spesse lenti della mia maschera, i miei occhi si siano lasciati
sopraffare da una tale bellezza versando più di una lacrima di pura
emozione..... L'esperienza
entra in gioco nel momento in cui si abbandona la sicurezza offerta dal
reef-hook, per affidarsi alla forza delle proprie gambe e alla qualità delle
pinne indossate! Cavolo che momenti!!!
Un
consiglio prezioso: capisco che portarsi ogni volta la propria attrezzatura sia
difficoltoso ma, a differenza di mute e Gav che ritengo possano essere affittati
in qualsiasi posto nel mondo, portatevi sempre delle buone pinne nel bagaglio,
erogatori revisionati di fresco e la vostra maschera personale! In corrente una
muta scadente non rovinerà la vostra immersione, ma delle pinne troppo corte o
morbide vi faranno durare una fatica mostruosa! Degli erogatori difettosi
limiteranno la durata delle immersioni e una maschera che si appanna in
continuazione o che presenta infiltrazioni a causa dell’usura, vi farà
solamente innervosire impedendo di godervi quello che la natura ha da offrirvi!
Nei
10 giorni passati in quel paradiso, ho fatto ben 22 immersioni! Mi sono rimaste
tutte nel cuore e non posso fare a meno di menzionarne alcune:
Blue Hole - Blue Corner
Sono
due siti di immersioni uno di seguito all'altro che, solitamente, si fanno
separatamente ma, in un'occasione in cui eravamo un gruppetto di
"risparmiatori d'aria",li abbiamo fatti insieme... Two is megl' che
one!!!
Appena
immersi si cola letteralmente a picco all'interno del Blue Hole, una caverna
davvero suggestiva, dalle pareti perfettamente verticali, popolata da migliaia
di esserini tanto curiosi quanto interessanti.
Usciti
dalla grotta, si prosegue a sinistra, in direzione del Blue Corner. Proseguendo
sempre nella stessa direzione, la parete lascia spazio ad una vasta porzione pianeggiante,
ed è lì che le cose iniziano a farsi serie: la corrente proveniente dal basso
si fa via, via sempre più forte ma è sufficiente allontanarsi di qualche metro
dalla linea del drop-off per minimizzare l'effetto ascensionale.
Improvvisamente
fanno capolino i primi Pinna Bianca... Poi i Grigi... Poi un Napoleone... Un
altro Napoleone! Un'Aquila di Mare... Un’Aquila di Mare alla testa di un
foltissimo gruppo di Barracuda!!! Di punto in bianco, tutti i pesci che speravi
di vedere in una ventina di immersioni, te li ritrovi davanti, tutti insieme!
Quello è il Blue Corner! Non a caso Jacques Cousteau l'ha definito come uno dei
migliori siti d'immersione AL MONDO! A quel punto devi avvicinarti quanto più
possibile al drop-off, cercando di vincere la corrente per ancorare il reef-hook
più vicino possibile al margine del precipizio: con tanta esperienza, si riesce
a guadagnare un posto in prima fila... La prima fila di uno spettacolo
inestimabile! L’unica accortezza è quella di risparmiare quanta più aria
possibile perché, un minuto in meno d’immersione al Blue Corner, sono almeno
una decina di occasioni perse di vedere qualcosa di sensazionale!
German Channel
Una
volta entrati in acqua, si scende velocemente a quota -20m, e ci si apposta
intorno ad una strana formazione di rocce disposte in cerchio, con un piccolo
scoglio aguzzo posto al centro, e si aspetta...... Si aspetta che la fortuna
faccia il suo corso!
Dopo
neanche 10 minuti di attesa, come una caccia che si appresta ad atterrare su di
una portaerei, vediamo letteralmente planare nella nostra direzione, una
magnifica Mobula, il Diavolo di Mare! Si mette a nuotare in cerchio proprio
davanti ai nostri occhi, perfettamente al centro tra il piccolo scoglio aguzzo
e le rocce disposte a cerchio...Sembra ammaestrata!!! Mentre gira tranquilla,
un piccolo esercito di pesci pulitori le si fa incontro, lei spalanca la
bocca e
lascia gentilmente che i piccoli amici facciano il loro lavoro... Io avevo
visto una cosa del genere solamente nei migliori documentari del National
Geographic ma ora stava accadendo per davvero! Ci ha concesso mezz'ora di show:
nessuno ha osato staccare lo sguardo neanche per un secondo, nessuno ha osato
dire che stava finendo l'aria, che aveva freddo, ansia, narcosi... Non un
fiato, niente di niente! Tutti quanti con i sensi intorpiditi, ammaliati dalla
bellezza di quell'animale eccezionale!
Per
non farci mancare niente, al termine dello show, abbiamo fatto un giro in cerca
di altre cosa interessanti e, l'occasione, non ha tardato a presentarsi: siamo
capitati in mezzo a quella che sembrava essere una nursery di Squali Grigi, circondati
da 70/80 piccoli Squaletti che ci giravano intorno mantenendo, però, le debite
distanze! Se i nostri manometri non fossero sconfinati nella "zona
rossa" già da un bel po', credo che non avremmo mai voluto terminare
quell'immersione!
Ulong Channel
Una
volta che tutti sono pronti, si scende rapidamente intorno ai -20 m, a trovare l’inizio di
una parete ripidissima. La seguiamo mantenendola a sinistra. Dopo circa 10
minuti, durante i quali abbiamo scrutato ogni anfratto alla ricerca di
coloratissimi Nudibranchi, giungiamo presso una brusca svolta verso sinistra e
ci si presentano davanti due strette insenature a formare una “W” lungo la
linea della parete. Proprio come nel Blue Corner, proprio in corrispondenza di
queste insenature, un’implacabile corrente ascensionale, richiama un numero
impressionante di predatori a caccia di cibo facile. Ci piazziamo, ben ancorati
col nostro reef-hook, sulla prima insenatura. Qui la fanno da padrona gli
Squali Pinna Bianca, davvero numerosissimi e curiosissimi: si sono mantenuti a
distanza fin tanto che ognuno di noi non è riuscito a trovare un solido
ancoraggio alla roccia, poi hanno iniziato ad avventurarsi tra di noi,
scrutandoci con ognuno dei loro formidabili sensi, con la consapevolezza di
essere i padroni assoluti di quell’ambiente. I Grigi si mantenevano un po’ più
distanti, ma neanche troppo, più interessati al cibo che a quella dozzina di
strani esseri vestiti di nero…
Circa
15 minuti prima della fine dell’immersione, ci siamo disancorati e ci siamo
diretti verso la seconda insenatura, dalla quale partiva un lungo Canyon
perpendicolare al drop-off. Appena giunti al centro dell’insenatura, siamo
stati travolti da una corrente pazzesca che s’incanalava tra la due pareti del
Canyon! Ho cercato un perfetto assetto neutro, mi sono messo a testa in giù, e
mi sono goduto, per 10 fantastici minuti, quella stranissima sensazione di
assenza totale di peso, sospinto da quella fortissima corrente mentre, come
nella pellicola di un film, le pareti del Canyon mi scorrevano davanti… L'immersione
più emozionante che abbia fatto in vita mia!
Nei
giorni successivi, quando le nostre guide si apprestavano ad illustrarci le
immersioni del giorno, si levava ogni volta, un mantra dal sapore antico:
“Ulong Channel… Ulong Channel… Ulong Channel…”. Purtroppo non abbiamo più fatto
Ulong Channel………….
Jellyfish Lake
In
epoche lontanissime, a causa dello scioglimento dei ghiacci polari, l’altezza
del mare è salita a tal punto che, parte di essa, si è riversata in quasi 70
bacini di calcare all’interno delle Rock Islands. Insieme all’acqua marina, in
molti di questi bacini, sono rimaste intrappolate delle meduse: le Golden
Jellyfish. A causa della natura porosa del calcare, i laghi salati sono
collegati al mare da strettissime fessure, che però non sono grandi abbastanza
da permettere alle meduse di uscire dal lago. In tutti questi anni, questi
piccoli animali, si sono adattati alla vita da reclusi in un modo a dir poco
straordinario: non potendo cacciare, visto che non c’è niente da cacciare,
hanno completamente perso i loro tentacoli urticanti. Per sopravvivere, allora,
hanno imparato a collaborare con un’alga che vive in simbiosi con loro: la
medusa vive praticamente delle sostanze che l’alga gli rifornisce attraverso i
tessuti del suo corpo. L’alga, invece, per sopravvivere ha bisogno della
fotosintesi clorofilliana, quindi, del sole! Ed è qui che accade l’impensabile!
Le parti in ombra del lago sono deserte: non una sola medusa si trova in quelle
zone perché sono tutte impegnate a seguire la luce del sole per fare in modo
che le alghe si nutrano e, di conseguenza, anche loro!
Non
sono permesse le immersioni per due motivi: il primo è che le bolle emesse
potrebbero imprigionare le delicatissime meduse e farle morire, il secondo è
perché, poco sotto la superficie, ci sono alte concentrazioni di solfuro di
idrogeno, sostanza altamente tossica. Quindi armati solamente di pinne e
snorkel ci siamo diretti verso la parte più esposta al sole. 1… 2… 10… MIGLIAIA
di meduse!!!!! Si stima che nel lago ne vivano 5 MILIONI!!! Io non avevo mai
visto ne immaginato una cosa simile! Immerso completamente in mezzo a quegli
esserini pulsanti, che solleticano ogni centimetro scoperto del corpo, facendo
attenzione a pinneggiare il più delicatamente possibile per evitare di ferirli
e circondato da un silenzio irreale! È un posto magico, incredibilmente rilassante,
impossibile da descrivere con le parole! Di tutti i posti che ho avuto la
fortuna di vedere in giro per il mondo, il Jellyfish Lake è sicuramente il più
emozionante…
Palau
è una meta fuori dalle classiche rotte turistiche: è lontano, complicato da
raggiungere, i telefoni italiani non funzionano, è un posto decisamente caro,
il clima è bizzoso, la sera ci sono pochissimi divertimenti, i ristoranti
chiudono presto, non ci sono attività al di fuori della subacquea……. Eppure mi
ha completamente stregato! Io ho un motto nella vita: “Mai nello stesso posto
due volte”! A Palau ci tornerei anche subito! Se avete un buon budget e siete
indecisi in quale meta recarvi, andate a Palau, non sbaglierete!
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"Un ringraziamento particolare va' fatto a Luigi, autore e protagonista di questo articolo, con la speranza che condivida con noi ancora le sue splendide esperienze!"
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