DiveOn

lunedì 22 ottobre 2012

Storia di un relitto: S.S.Thistlegorm




Sono le 4.00 am quando la sveglia suona e mi fa' piombare giu' dal letto. Durante la notte non ho dormito molto, perche' nella mia testa continuavano a girare delle immagini che si ripetevano all'infinito e una domanda mi risuonava nella mente: "Chissa' che faccia avra' questo gigante che riposa sul fondo del mare..." Cercavo di immaginare di scendere giu' per la cima dell'ancora e quella sagoma scura ed enorme si avvicinava sempre di piu' ma non ruiscivo a scorgerne la forma... Forse e' stato l'effetto del cibo egiziano che mi e' rimasto sullo stomaco?! 

 Partiamo dopo poco per il porto di Sharm dove rimaniamo bloccati un bel po' per i soliti permessi della Polizia. Finalmente lasciamo la banchina; il viaggio e' lungo e sul ponte l'aria  prima che faccia giorno  e' fresca;  la mi amica Francesca, che mi ha accompagnato nell'avventura, prima di partire mi ha detto che non sarebbe riuscita mai a prender sonno perche' lei quando viaggia non dorme mai, figuriamoci sul ponte di una barca... si addormenta dopo poco arrotolata nel suo telo da mare  come una beduina.  

La barca fila ma quella sensazione mista tra ansia di trovare una forte corrente  ed emozione non mi molla  e comincio a girare per la barca in cerca di qualcosa di indefinito con un occhio sempre ben rivolto al mare che si alza a vista d'occhio... Poi una voce rompe il silenzio:"Briefing! briefing!" E' la nostra guida, Karim che parla l'italiano meglio di me, con un accento che vagamente ricorda il milanese, infatti parlando scopro che e' Egiziano da parte del padre e Italiano di madre.  Ci spiega tutto quello che c'e' da sapere sulla storia della nave e sulle immersioni che andremo ad effettuare e pian piano quel volto indefinito che mi e' giranto in testa tutta la notte comincia a farsi piu' chiaro...

Saremo i primi a scendere in acqua, il relitto sara' tutto nostro almeno per i primi minuti d'immersione... Mentre analizziamo la miscela che ci permettera' di rimanere piu' a lungo sul fondo l'emozione sale.




Finalmente ci immergiamo, fortunatamente la corrente che tutti ci aspettavamo fosse impetuosa e' invece appena percettibile e la visibilita' e' ottima. La corda dell'ormeggio scorre sotto le mie dita e l'ombra del gigante si fa' sempre piu' vicina, poi eccolo apparire: il THISTLEGORM! E' tutto li' davanti a me e per la sua enorme mole non riesco a metterlo a fuoco tutto insieme. Iniziamo la nostra escursione facendo il giro dalla parte esterna passando sul ponte superiore e scendendo nella zona devastata dall'esplosione dove ci sono missili e altre svariate armi accatastate, un mezzo corazzato si scorge tra i rottami e risalendo incontriamo la mitragliatrice contraerea di poppa e l'enorme elica che spostava il gigante. Non riesco ancora a crederci, mi sembra di essere in un film, se chiudo gli occhi anche solo per un istante riesco quasi a sentire il fragore dell'esplosione che ha devastato la nave, la confusione che si e' scatenata a bordo ed il rumore degli aerei che sorvolavano la zona. 

Continuiamo il nostro giro passando all'interno della cabina del comandante ed infine sul ponte di prua dove si trova un'enorme argano che sta' prendendo le sembianze di un reef con tanto di anemoni e pagliacci, ed ecco i vagoni cisterna che si innalzano davanti a noi perfettamente nella posizione che avevano quando sono stati caricati a dispetto delle locomotive che nell'esplosione hanno fatto il volo dell'angelo e sono atterrate sul fondo a 30 metri dalla nave...

Risaliamo cosi' in superfice per cambiare le nostre bombole e desaturarci un po' prima della seconda immersione! 
Mentre prepariamo la nostra attrezzatura facciamo il briefing; questa volta effettueremo la penetrazione del relitto, ci armiamo quindi tutti di torcia e dopo circa un'ora di intervallo si riparte...

Ci buttiamo a capofitto all'interno delle stive che visitiamo partendo dalla stiva numero 3 nel piano inferiore; la numero 3 era destinata allo stoccaggio del carbone necessario per le caldaie, proseguiamo accedendo nella stiva numero 2. 




Qui si leva il sipario e l'escursione diventa mozzafiato, la sensazione che il buio ed il silenzio creano e' di trovarsi in un ambiente incantato, rimasto fermo nel tempo; mucchi di stivali, fucili e copertoni a terra alcuni piccoli pesci, delle castagnole rosse, si muovono davanti ai fasci di luce delle nostre torce, poi alcuni sidecar e camion,  poi ancora camion, ricambi di aerei, casse di fucili, rimorchi e rimorchi  con alcune moto... Respiro appena per l'emozione, penso che se continuo cosi' probabilmente usciro' con la bombola ancora piena, intanto saliamo al piano superiore e  un pesce leone si stacca dalla parete dove era appoggiato svanendo nel buio mentre fluttua lentamente. Qui i mezzi stivati sembrano davvero infiniti, i camion parcheggiati uno di seguito all'altro contengono centinaia di motociclette, ci sono grandi generatori elettrici e di nuovo camion, camion colmi di moto...
Ci lasciamo alle spalle questo enorme tesoro custodito dal mare per andarci a fare la nostra sosta di sicurezza...Abbiamo finito la nostra esplorazione del relitto e attaccato a quella cima dondolo cullato dalla corrente leggera; mi sento come un contenitore riempito di storia che quasi trabocca, la sensazione d'ansia che ho avuto prima di entrare ha lasciato il posto ad un'appagamento ed un senso di rispetto profondo per le persone che hanno perso la vita durante l'agguato che fece affondare quel colosso del mare.
Durante quei tre minuti tengo ancora lo sguardo fisso su quel gigante, quel gigante dal volto sconosciuto che avevo in testa la notte precedente. Ora finalmente quel volto mi e' ben chiaro ed anche il suo nome, THISTLEGORM.







 
LA STORIA

La storia dell' S.S.Thistlegorm inizia nei Cantieri di JL Thompson e figli a Sunderland.  
Fu' proprio qui che questa possente nave da 9009 Tonnellate di dislocamento lunga 126,5 metri nacque.
Era guidata da un motore a triplice espansione di flusso, costruito da Nord Est Marine Engineering, che produceva circa 1860 hp e riusciva a far viaggiare la nave ad una velocità di 10,5 nodi. Questa nave faceva parte della serie "Thistle" di navi della linea Albyn. Ogni peschereccio portava l'emblema della Scozia, il cardo, che ha costituito il prefisso di ogni nome di nave seguito da una parola gaelica, Thistledhu, Thistlegorm, Thistleglen e Thistlenuir.Nel settembre del 1941 aveva completato gia' tre viaggi di successo (l'America, l'Argentina e le Antille olandesi). Il successivo tuttavia, fu' destinato ad essere l'ultimo...

Il suo ultimo viaggio e' iniziato a Glasgow. La Thistlegorm e' stata riempita con un carico che conteneva fucili, munizioni, parti di aeromobili, stivali Wellington, camion, motociclette e camionette per l'VIII Armata in Nord Africa. Anche due locomotive a vapore sono state caricate sulla sua piattaforma.
Il viaggio che porto' la nave nella sua ultima dimora è stato molto lungo e difficile; la Germania aveva il controllo di quasi tutto il Mediterraneo, per questo motivo i rifornimenti vitali che portava in grembo per l'IIIV Armata dovevano essere trasportati circumnavigando l'Africa attraverso  Cape Town, ed infine giungendo in Mar Rosso per proseguire verso il Canale di Suez. Lasciò la Scozia il 5 settembre 1941 e procedette senza incidenti a Freetown, in Sud Africa, prima di superare il Corno d'Africa, passato il Madagascar, attraverso' il canale Mozambico, fino a raggiungere Aiden bunker dove rimase per due giorni. Da qui è stata scortata fino al Mar Rosso dalla corazzata leggera inglese HMS Cairo che doveva effettuare operazioni di sminamento del canale di Suez, fu' cosi' che il Thistlegorm si ancoro' nel reef di Sha'ab Ali. Qui è rimasta bloccata per 10 giorni a causa del naufragio della Tynefield che blocco' l'ingresso del canale di Suez.  

La notte tra il 5 e il 6 ottobre un gruppo di bombardieri tedeschi (Heinkel He 111 - 27° Kampfgheschwader "Lowe"), decollati dall'isola di Creta  con la missione di cercare e affondare la Queen Mary si imbatte nel Thistlegorm. Gli Heinkel bombrdano la nave ed una delle bombe lanciate finisce proprio sulla stiva numero 4 dove erano stoccate le munizioni.  Le esplosioni iniziali e secondarie spezzano quasi la nave in due e fanno sfrecciare in aria le due locomotive a vapore che si trovano sul ponte.  


Il destino del Tistlegorm era ormai segnato, mentre affondava l'equipaggio che riusci' ad abbandonare la nave venne portato a bordo della Salamanua e della fregata HMS Carlisle che si trovavano nelle vicinanze. L'equipaggio durante l'attentato riusci' comunque a colpire l'Heinkel che aveva sferrato l'attacco facendolo schiantare pochi chilometri a nord. Alle ore 01.30 del 06 Ottobre del 1941 il Tistlegorm finisce sul fondo del mare portando con se' 9 membri dell'equipaggio.

Dal diario del CAPITANO William Ellis: "Il 6 ottobre 1941 a circa le ore 01.00 del mattino, mentre la nave era ancorata nello stretto di Jubal (Gobal), sono stato svegliato dal suono di esplosioni e sono salito subito sul ponte.  La nave aveva ricevuto un colpo diretto da un bombardiere nemico. La parte poppiera era avvolta dalle fiamme feroci,  ho capito subito che non c'era alcuna speranza di poter salvare la nave. Ordinai cosi' di abbandonarla e poiché un quarto degli uomini si trovava a poppa vennero tagliati fuori dalla posizione delle scialuppe di salvataggio. Lanciammo' due barche tra le fiamme e gli uomini che erano al centro della nave riuscirono a farla franca. La corrente ci porto' alla deriva ma riuscimmo comunque a far salire tre o quattro uomini che erano saltati fuori bordo."

 
La scoperta del relitto fu' fatta a metà degli anni 1950 da Jacques-Yves Cousteau che riusci' a ritrovarla utilizzando le informazioni dei pescatori locali. Cousteau riporto' alla luce diversi elementi dal relitto, tra cui una moto, la cassetta di sicurezza del capitano e la campana della nave. Il numero di febbraio 1956 del "National Geographic", mostro' chiaramente la campana della nave e Cousteau e i suoi subacquei nella  "Sala della Lanterna". L'esplorazione del relitto è stata documentata anche nel film 'Il mondo silenzioso', il Thistlegorm è stato poi dimenticato. 
Nel 1991  il relitto del Thistlegorm è stato ri-scoperto da alcuni operatori subacquei locali ed oggi il relitto è diventato una meta gettonatissima da visitare per i subacquei di tutto il mondo. 


Purtroppo questo fenomeno di esplorazione di massa sta' accellerando il processo di degenerazione delle srutture della nave a causa dell'effetto erosivo delle bolle d'aria intrappolate all'interno ed il governo egiziano sta considerando di chiudere il sito alle immersioni ricreative almeno per un certo periodo, in modo da permettere la stabilizzazione del relitto stesso. Un'altro fenomeno che contribuisce al disfacimento del relitto e' la mancanza di punti di ancoraggio prestabiliti per le barche dei diving che vengono a visitarlo; ogni barca che arriva manda un uomo ad ancorare la Shamandura sul relitto stesso e questo ha causato svariati danni nel tempo considerando che il punto e' caratterizzato da forti correnti perche' si trova in mare aperto.







  
 CARICO DELLA NAVE
  
Stanier 8F 2-8-0 
Questa locomotiva a vapore era forse il miglior cavallo da lavoro della rete ferroviaria negli anni '30 e '40 per questo motivo più di 200 delle 852 prodotte sono state esportate in Medio Oriente. Progettata da Sir William Stanier, il suo 2-8-0 numerazione si riferiscono alle sue ruote / assi . Essa era costituita da un carrello anteriore e 4 assi di trasmissione. Il suo compito sarebbe stato quello di strasportare acqua e carbone attraverso le ferrovie del deserto. 


• BSA M20 MOTO. 
Gli esemplari di questa moto realizzati durante la Seconda guerra modiale ammontano a circa 126000 per essere utilizzate da staffette. Assegnate al maresciallo Auchinleck, che era a capo delle truppe britanniche in combattimento nel deserto.
  

• MOTO G3L MATCHLESS 
 La G3L Matchless era una due posti a motore monocilindrico, con un cambio a 4 velocità. Progettata per l'uso nel deserto, divenne poi un veicolo per uso comune rifinita nella forma della Clubman G3. 




• NORTON 16 H MOTO
 Il Norton 16 h era molto simile alle moto BSA ed è stato ancora una volta appositamente progettato per i piloti delle Spedizioni nel deserto. 100.000 esemplari di questa moto vennero costruiti durante la Seconda guerra modiale.





• BEDFORD MW
 Costruito su un telaio 15cwt, con un motore 6 cilindri Bedford, era versatile leggero. 






 • BEDFORD OY
Con quasi il doppio del carico utile del MW, il Bedford OY capace di muovere sino a 3 tonnellate era il camion principale dell'esercito britannico; ne vennero prodotti circa 72.000





 
• MORRIS CS8
 Facilmente riconoscibile per il suo caratteristico cofano, questo camion e' stato dotato da Ford di 8 cilindri. 







• FORD WOT 1
 Il più grande dei veicoli nel relitto, questo camion doppio asse è stato usato per carichi pesanti ed era oltre 20 piedi di lunghezza. Solo un piccolo numero di questi veicoli sono stati prodotti per l'esercito. 







• FORD WOT 2
Uno dei camion più comunemente usati, circa 60.000 esemplari prodotti; il veicolo era generalmente dotato di ribaltabile e tetto in tela. 





• FORD WOT 3
Più grande della WOT 2, il veicolo era dotato di un motore Ford V8 85 cv. 








• TILLING STEVENS TS19
La più grande delle camionette a 4 ruote nel relitto, lunga 6.4 m e pesante solo 400 kg ma capace di trasportare un carico utile sostanziale. 




• UNIVERSAL CARRIER
Due di questi piccoli veicoli cingolati multiuso possono essere scorti nel campo di detriti tra le due sezioni del relitto. Costruito da Vickers Armstrong l'Universal Carrier e' stato utilizzato come supporto alla fanteria; di solito era dotato di cannoni leggeri  Bren da qui il nomignolo che gli fu' attrituito  'Bren Carriers'. Alimentati da motori Ford V8 poteva raggiungere la velocità di 48 chilometri orari ed ospitava fino a 5 persone. 


ARGOMENTI CORRELATI:


 TOUR 3D RELITTO S.S. THISTLEGORM  Il sito FourthElement offre la fantastica opportunita' di poter effettuare un tour 3d del relitto con le foto dei punti di interesse.



Infine allego questo filmato che merita di essere pubblicato, buona visione!

lunedì 1 ottobre 2012

Prova tecnica Side Mount Dive System


A Settembre, una marea di novita' su DiveOver...


      Provato per voi:   Side Mount Dive System
con il Trainer Massimo Casabianca.
 


Questa volta DiveOver ha fatto rotta sul Mar Rosso con un'unica idea in mente: Side Mount!

 Quale location migliore per essere introdotti ad un nuovo metodo per immergersi, fino a poco tempo fa' non convenzionale per la subacquea ricreativa, se non quella del Mar Rosso, piu' precisamente a Sharm el Sheikh.
Oltre alla cornice paesaggistica perfetta abbiamo visitato un Diving d'eccezzione a Sharm el Sheikh: lo "SHEICK COAST DIVING CENTER" che si trova all'interno del Domina Coral Bay, un'enorme struttura ben organizzata poco distante dall'aeroporto e da Naama Bay.


Il Diving e' l'unico ad avere un pontile privato dal quale si puo' partire comodamente con le imbarcazioni per le escursioni subacquee (senza doversi recare al porto di Sharm el Sheikh e fare interminabili file in mezzo alla confusione piu' totale) inoltre vanta di uno staff eccezzionale, molto scrupoloso e preparato;  noi abbiamo avuto il piacere di essere accompagnati da Pierpaolo che e' stato colui che ci ha introdotto al Side Mount di cui dopo parleremo, Antonio, Karim , Michele e naturalmente dal nostro Trainer Massimo Casabianca e Vania.


Entriamo nel vivo dell'argomento... 
Proviamo subito il Side Mount DIVE SYSTEM con Pierpaolo che ci introduce, senza neanche farci accorgere come all'argomento e gia' la prima impressione e' scioccante!
Rimaniamo "estasiati"  dalla facilta' di movimento e dall'assenza di peso che si prova, sembra di non avere nulla addosso!
Senza parlare dell'assetto che e' praticamente automatico e rimanere in overing statico diventa una cosa estremamente semplice.
Iniziamo poi il corso teorico pratico insieme al Trainer Massimo Casabianca che ci guida con professionalita' ed una grande passione che ci fa' entrare passo passo verso le tecniche di assemblaggio dell'attrezzatura ed i vari tipi di configurazione che possono essere assunti, che variano in modo del tutto personale al fine di imparare a sentir proprio tutto il gruppo ed il collocamento di ogni cosa.

Cominciamo ad immergerci in maniera autonoma ed immersione dopo immersione proviamo la sensazione di diventare sempre piu' padroni della situazione e questo acquisire sicurezza ci permette di lavorare bene sui vari skills che prima di entrare in acqua ci sembravano piu' complicati del previsto.
L'enorme vantaggio del SIDE MOUNT e' dovuto al fatto che le rubinetterie sono sotto il pieno controllo dell'utilizzatore ed il posizionamento delle bombole laterali e la conformazione del jacket inducono il subacqueo ad ottenere un'assetto neutro con estrema facilita', cosa che permette di regolare le rubinetteie in caso di perdite ed agire sull'erogazione continua degli erogatori in maniera del tutto diversa, il tutto con estrema semplicita'.


L'impressione finale e' sensazionale, anche solo dopo le prime immersioni  si riesce ad apprezzare il comfort e la sicurezza che infonde una configurazione cosi' ridondante; quello che potrebbe apparire inizialmente piu' complicato e' la fase di assemblaggio  e disposizione delle bombole nell'ingresso in acqua ma all'atto pratico ci si accorge che e' solo un nuovo modo di ragionare rispetto alla subacquea classica alla quale siamo abituati a confrontarci.


Concludo dicendo che secondo me il SIDE MOUNT e' un'ottima alternativa per tutti i subacquei che amano evolversi nella subacquea e che ci si accorge di tutte le sue potenzialita' solo dopo averlo provato ed essersi rimessi nuovamente una bombola dietro la schiena!



Cristian Ruggieri











mercoledì 25 luglio 2012

Buona Giornata!

DiveOver ti augura una buona giornata!!!



lunedì 9 luglio 2012

Immersione al lago di San Domenico (AQ)

Una bella giornata!

 



Il Lago di San Domenico offre diverse opportunita' per svolgere immersioni tranquille o piu' impegnative; nato come un invaso artificiale creato per alimentare la centrale elettrica che si trova a nord del lago e'diventato presto meta di molti subacquei per la chiarezza delle sue acque e la suggestivita' del luogo. L'altitudine e' di 920 metri sul livello del mare, l'acqua e' sorgiva quindi la temperatura e' di circa 10°C tutto l'anno ma con un'adeguata protezione termica si puo' fare un bel tuffo! 

Noi oggi siamo entrati in acqua dopo il ponte di pietra, la temperatura esterna molto elevata fa si' che in questo periodo si formino delle alghe galleggianti che rendono i primi metri della discesa di un verde intenso che compromette la visibilita' ma subito dopo si apre a noi un'acqua abbastanza limpida che ci permette di effettuare un bel giro. Prediamo un caffe' alla macchinetta da bar che qualcuno gentilmente diversi anni fa' ha pensato di gettare giu' dal ponte... subito dopo ci mangiamo una braciola sulla fornacella che si trova vicino alla macchina del caffe....forse sarebbe stato meglio il contrario.... Proseguiamo seguendo la sponda del lago sino a scorgere una barchetta in legno affondata, da qui ci dirigiamo verso il centro dove incontriamo uno scoglio sul quale e' alloggiato un piccolo presepe che viene posto li' ogni anno con una suggestiva processione notturna organizzata da un'associazione subacquea Pescarese. Siamo ancora al di sopra dei 100 bar ma il freddo inizia a farsi sentire per alcuni membri del piccolo gruppo che non sono stagnati, torniamo cosi' indietro risalendo dal punto da cui siamo entrati.

Appena usciti dall'acqua lo stomaco inizia a borbottare a voce alta: Fameeee!!!

Giriamo la macchina verso il paese vicino di Scanno e ci fermiamo in uno dei tanti ristorantini del centro dove si mangia mooolto bene!!!
Riempite le panze e prima di tornare verso casa decidiamo di fare visita al santuario che sovrasta il lago di San Domenico dove scopriamo che sono sepolte le reliquie del Santo da cui prende nome il lago; la chiesetta e' molto piccola ma l'ambiente e' magico, all'interno alcune rondini hanno fatto un nido e roteano sulle volte interne.
Dietro l'altare scorgiamo l'ingresso della grotta dove il Santo ha vissuto come ermita;  e' piccola e fa' molto fresco rispetto all'esterno ma tutti coloro che entrano rimangono colpiti dalla particolarita' del luogo...
Siamo stanchi ma... abbiamo vissuto una bella giornata che consiglio a tutti! 
Buona immersione!


Info: Lago San Domenico, comune Villalago (AQ) 

A25 uscita Cocullo, direzione Scanno.

Per poter effettuare l'immersione bisogna inviare un fax informativo al Comune di Villalago al n° 0864.740154 con i nomi dei partecipanti ed i livelli, data ed ora. Il Comune autorizza con tacito consenso, basta portare con se copia del Fax ed esito positivo da esibire al Corpo Forestale nel caso dovessero esserci controlli.

giovedì 5 luglio 2012

Indagini sull'incidente subacqueo di Palinuro




Quello che non dovrebbe accadere mai... 
Purtroppo quando si verificano incidenti di questo tipo si cercano sempre risposte attribuendo le colpe a mille cause, perdendo di vista il fatto che nella maggior parte dei casi e' proprio l'errore umano a creare situazioni di pericolo che riducono drasticamente la catena degli eventi...

Intanto dopo la scioccante vicenda accaduta ai quattro subacquei nella Grotta degli Occhi a Plinuro, la procura comincia a fornire alcuni elementi che fanno luce su quelle che possono essere state le cause reali dell'incidente e punta il dito su Roberto Navarra, titolare del diving Pesciolino sub che ha organizzato l'immersione.
Nel frattempo si leva l'allarme sicurezza della capitaneria di porto che dice: "Agire nella massima sicurezza risulta un fattore determinante al fine di non arrischiare comportamenti che possono mettere a repentaglio la propria e l'incolumità dei compagni di immersioni - ci dice il capitano di vascello Andrea Agostinelli - occorre maggiore attenzione da parte di tutti nel rispettare innanzitutto la pericolosità del mare che spesso viene sottovalutata." 

Articoli sul caso:




 La grotta degli occhi di Palinuro