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Attrezzatura: Uso e Manutenzione

Panoramica dell'attrezzatura subacquea, 
uso e manutenzione.




Una delle prime cose importanti da fare per effetture immersioni in tutta sicurezza e' avere cura della propria attrezzatura, scegliere la piu' appropriata alle proprie esigenze ed abbitudini e configurarla in modo del tutto personale tenendo conto sempre degli standard previsti dalle didattiche.

In questa sezione faremo una panoramica generele su ogni articolo che costituisce la nostra attrezzatura subacquea. Per ogni prodotto elencato troverete dei consigli utili sulla scelta, sull'uso e la manutenzione.

 Cominceremo parlando della maschera, una delle parti piu' semplici ma anche piu' importanti della nostra attrezzatura subacquea.







LA MASCHERA
Le maschere moderne sono costruite per lo piu'  di silicone, un materiale sintetico che offre un'ottima resistenza agli agenti esterni (ozono e raggi uv).
Le tecnologie moderne hanno permesso di produrre ghiere in ABS, fibre di carbonio e metacrilato praticamente indistruttibili e con un elevato grado di flessibilita', rendendo la regolazione dei cinghioli molto semplice anche dopo aver indossato la maschera. 


Come scegliere? 
I parametri da considerare per la scelta di una maschera per immersioni con autorespiratore si possono riassumere in:

-Verificare se la maschera ha un'aderenza perfetta al viso appoggiandola sul volto senza infilare il cinghiolo ed effettuando una lieve inspirazione; se la maschera rimane aderente al viso senza cadere e' perfetta.

-
Volume interno ridotto; Se il volume della maschera scelta fosse troppo elevato, raggiunte profondita' elevate, potrebbe diventare fastidioso compensarlo di conseguenza una maschera con volume ridotto interno offre un livello di comfort piu' elevato, perche' con la normale respirazione si riesce a compensare in maniera impercettibile.


-Campo visivo elevato; Un maggiore campo visivo migliora la possibilita' di tenere sotto controllo il resto dell'attrezzatura e di riuscire a guardarsi intorno limitando i movimenti della testa.

-
Lenti; alcuni subacquei con problemi di vista potrebbero aver bisogno di lenti graduate, questo tuttavia non e' affatto un problema perche' ci sono svariate aziende che producono lenti graduate per tutti i tipi di maschera.


Manutenzione


-Dopo aver acquistato una nuova maschera la prima cosa da fare e' rimuovere i residui dei vapori di silicone prodotti durante la fabbricazione per evitare che la maschera si appanni di continuo. Per effettuare questa operazione si puo' utilizzare semplicemente del dentifricio ed uno spazzolino da denti con cui si andra' a strofinare energicamente il vetro internamente ed esternamente, risciacquare con cura e ripetere l'operazione per un paio di volte.


-Risciacquare
in acqua dolce dopo ogni utilizzo e no farla asciugare sotto i raggi diretti del sole.

-La
rottura del cinghiolo puo' essere ovviata sostituendolo con uno di riserva mentre se la maschera dovesse presentare infiltrazioni provenienti da lacerazioni della guaina in silicone conviene sostituirla direttamente visti i costi molto accessibili dei prodotti attualmente in commercio.



LE PINNE



Le pinne sono l'elemeto propulsivo in dotazione del subacqueo, cio' che ci permette di spostarci con naturalezza nell'elemento acqua, proprio come fanno i pesci.
Per questo motivo va' fatta molta attenzione al tipo di pinna al momento dell'acquisto. 
Le pinne sono costruite principalmente di gomma per la scarpetta e di  diverse varianti con inserti costituiti da plastiche speciali e fibra di carbonio al fine di garantire una pinneggiata piu' incisiva o piu' morbida per la pala.
Per quanto riguarda le immersioni ARA il tipo di pinna scelta generalmente dovrebbe possedere una pala abbastanza ampia in modo da riuscire a contrastare la scarsca idrodinamicita' costituita dall'intera attrezzatura.

Come scegliere?
Per quanto riguarda i modelli la scelta e' strettamente personale, mi limiterei a dire solo che bisogna considerare di acquistare una pinna anche in base alle proprie prestazioni fisiche per evitare di incorrere nei fastidiosissimi crampi che possono essere causati oltre che dal freddo anche da una pala eccessivamente ampia ed una gomma troppo dura.
Distinguiamo le pinne in due categorie: a scarpetta e con cinghiolo
Generalmente non ci sono grandi differenze tra scarpetta e cinghiolo, diciamo che dipende molto dal contesto dove andranno utilizzate l pinne.
In luoghi temperati e' consigliabile utilizzare la pinna a scarpetta per una piu' veloce vestizione e manutenzione, mentre in luoghi dove le acque fredde ci costringono all'utilizzo dei calzari (Mediterraneo), occorre utilizzare pinne con cinghiolo dove poter alloggiare comodamente i calzari.
Altro parametro da considerare durante la scelta della pinna e' la taglia che come per le calzature varia a secondo del piede.


Manutezione

-Risciacquare le pinne dopo averle utilizzate con acqua dolce.

-Stivare le pinne in modo da non deformare la pala.

-Sostituire il cinghiolo con uno di riserva in caso di rottura, oppure utilizzare cinghioli a molla d'acciaio per evitare questo tipo di problemi.

-Le pinne con scarpette lacerate sarebbe meglio cambiarle perche' la gomma tendenzialmente una volta lacerata tende a degenerare.






LA MUTA


La muta permette al subacqueo di mantenere il calore corporeo che altrimenti in acqua si disperdereppe circa 20 volte piu' velocemente che in aria. Questo fenomeno porterebbe un subacqueo che si immegrge in acque temperate ad avvertire comunque freddo trascorso del tempo.

Le mute si dividono in tre famiglie in base al grado di protezione termica:

-Mute umide

-Mute semistagne

-Mute Stagne 


Le mute umide forniscono un buon grado di protezione termica mediante il neoprene di cui sono costituite che, anche se e' soggetto ad uno schiacciamento con l'aumentare della profondita',  riesce a mantenere il calore intrappolando uno strato d'acqua tra la pelle e la muta stessa. 
Gli spessori del neoprene delle mute umide variano da 3 a 7 mm generalmente foderate in nylon esternamente ed attualmente la tendenza e' di rivestirle internamente con materiali termoriflettenti che aiutano ancor piu' a mantenere il calore (metalskin, t-plush, titanium ecc.) e possono essere realizzate in diversi formati: monopezzo, salopette e giacca, monopezzo con cappuccio.

Le mute semistagne rientrano sempre nella categoria delle mute umide perche' funzionano sempre tramite il principio di intrappolare uno strato d'acqua tra il neoprene e la pelle al fine di mantenere il calore.
La differenzia sostanziale sta' nel fatto che le semistagne sono dotate di guarnizioni non foderate e di una cerniera che e' posta nella maggior parte dei casi orizzontalmente sulle spalle del subacqueo a tenuta stagna.
Questo fa' si' che lo strato d'acqua interno alla muta subisca un ricambio prossimo allo zero aumentando notevolmente il mantenimento dela temperatura.

Come scegliere?  
La scelta della muta varia in base alla temperatura dell'acqua dove ci si immerge, possiamo riassumere il rapporto tra muta da scegliere e temperatura dell'acqua con una tabella:

   ZONA                                             ESTATE                      INVERNO
-------------------------------------------------------------------------------------------

Mari equatoriali                   Shorty 3mm                     Shorty 3mm
-------------------------------------------------------------------------------------------
Mar Rosso e Caraibi                3 mm                        5 mm/Semistagna
-------------------------------------------------------------------------------------------
Mediterraneo                         5 mm                     Semistagna/Stagna
-----------------------------------------------------------------
Laghi montani                     Stagna                     Stagna


Una delle cose piu' importanti da verificare nell'acquisto di una muta oltre al tipo e lo spessore e' la vestibilita' della taglia scelta. Non tutte i marchi sul mercato hanno le stesse misure standard conviene quindi, prima di acquistare il prodotto, provarlo facendo attenzione che calzi a pennello il piu' possibile in quanto:

-Se troppo stretta potrebbe portare il subacqueo ad affannarsi durante l' immersione per la compressione eccessiva sul torace.

-Se troppo larga il ricambio d'acqua interno eccessivo non darebbe luogo all'isolamento termico.



Un'ottima alternativa all'acquisto di mute con misure standard e' la muta su misura. Ci sono svariate aziende specifiche ed anche piccoli artigiani che  
producono attrezzature personalizzate; acquistando un prodotto di questo genere il vantaggio e' che la vestibilita' e l'aderenza raggiungono i massimi livelli garantendo un'ottima risposta alla dispersione termica.


Altro aspetto da considerare in fase di acquisto di una muta e' il tipo di neoprene in cui e' costituita, esistono infatti alcune varianti del neoprene tradizionale che possiedono doti di elasticita' e morbidezza molto piu' elevate (Ultraspan), questi materiali consentono una vestizione molto piu' comoda e prevengono in questo modo lo stress.


Manutenzione 
La cura da prestare alla muta sono molto semplici, basta sciacquarla per bene con acqua dolce dopo averla utilizzata e stenderla ad asciugare, in un luogo protetto dalla luce diretta del sole, prima di riporla.

I problemi piu' comuni che una muta umida potrebbe avere sono causati da abrasioni e tagli oppure scuciture sulle cerniere e tra le giunzioni.



-In caso di piccoli tagli o abrasioni la muta puo' essere riparata semplicemente acquistando delle pezze in neoprene, dei prodotti specifici per la pulizia del neoprene prima di essere trattato e della colla neoprenica per sigillare le fessure create con i tagli. 

1)Pulire la zona interessata all'intervento con il prodotto specifico.
2)Applicare la colla neoprenica sui bordi del taglio
3)Apporre una pezza di neoprene dopo averla sagomata e spalmata con colla neoprenica sulla zona da riparare e tenere sotto pressione ad esempio con un paio di piombi da zavorra
4)Attendere 24 ore prima di rimuovere i pesi ed utilizzare.

Nei casi piu' estremi dove le cuciture sono saltate oppure di lacaerazioni molto estese e' conigliabile rivolgersi ad un laboratorio specifico oppure alla casa produttrice.


LA MUTA STAGNA
Per quanto riguarda la muta stagna bisogna spendere due parole a parte rispetto alla umida perche' si tratta di un prodotto che presenta diversi aspetti in piu' da considerare.

Il principio su cui e' basato il funzionamento della muta stagna a differenza della umida e' che al posto dell'acqua tra la pelle e la muta ci sara' l'aria che verra' immessa all'interno della muta tramite la valvola posta al centro del petto che a sua volta sara' collegata ad una frusta di bassa pressione proveniente dal nostro erogatore.
L'aria funge in questo caso da isolante termico ed assicura al subacqueo, anche tramite le tenute stagne dei polsini e del collo, di rimanere asciutto. L'immissione di aria all'interno della muta comporterebbe uno scompenso dell'assetto se questa non fosse dosata con attenzione, ma al contempo potrebbe fungere da risorsa nel caso in cui il nostro Gav decidesse di smettere di funzionare permettendoci cosi' di regolare l'assetto tramite la nostra muta.
L'aria in eccesso viene espulsa da una seconda valvola che si trova sul braccio sinistro del subacqueo.




"Oltre al discorso tecnico bisogna specificare che per poter utilizzare una muta stagna bisogna frequentare un corso di specialita' dove vengono menzionati tutti i vari aspetti del prodotto e soprattutto vengono effettuate delle prove pratiche in acque confinate ed acque libere per imparare ad utilizzarla correttamente, evitando cosi' di incorrere in spiacevoli incidenti che potrebbero portare anche a potenziali seri rischi."




I vantaggi che offre una muta stagna rispetto ad una umida sono diversi, comunque il principale da cui derivano tutti gli altri e' che il corpo rimane asciutto; ne consegue che lo stress si riduce facendo diminuire anche i consumi d'aria e ci si puo' immergere ripetutamente evitando di raffreddarsi. 

 Gli svantaggi di una muta stagna sono legati: al costo superiore al momento dell'acquisto, occorre aggiungere zavorra rispetto ad una umida e soprattutto se si utilizza durante una giornata assolata si puo' rischiare di andare incontro ad esaurimento da calore se non si indossa immediatamente prima di immergersi. 
Le mute stagne sono costruite in diverse varianti di materiali e disposizione delle chiusure stagne. Gli stessi polsini possono essere di neoprene o di lattice.
I due sistemi di chiusura piu' comuni sono la cerniera posizionata sul dorso del subacqueo e la cerniera diagonale sul torace:





   Cerniera Dorsale                                          Cerniera Toracica


Inoltre le cerniere possono essere sia ottonate che di materiale sintetico (T-ZIP). Quelle ottonate garantiscono un'ottima tenuta ma hanno bisogno di una maggiore manutenzione mente le T-ZIP sono un po' piu' economiche ma offrono il vantaggio di essere autoriparanti, basta mandare indietro la chiusura e riprendono il binario di chiusura.


In fine le mute stagne possono essere configurate con lo scarponcino integrato o separato. La funzione che svolgono e' la stessa solo che nella versione con scarponcino separato generalmente vengono utilizzate vere e proprie calzature rinforzate molto resistenti e durature, l'unico inconveniente e' che per essere indossate e tolte dopo l'immersione richiedono molto piu' tempo aumentando notevolmente lo stress se ci si veste in luoghi assolati.

I materiali piu' comuni sul mercato per la costruzione di mute stagne sono:


-Neoprene:
Le mute stagne in neoprene sono decisamente le meno care ma presentano alcuni lati oscuri. Innanzitutto la schiuma di neoprene utilizzata per le mute stagne ha uno spessore molto elevato e questo costringe il subacqueo che utilizza questo tipo di muta a zavorrarsi maggiormente; il neoprene subisce con l'aumento della profondita' uno schiacciamento che provoca la diminuzione di spessore della muta stessa ed una perdita di protezione dal freddo. 





-Neoprene precompresso: 
Il neoprene precompresso e' un materiale molto piu' resistente del normale neoprene e non presenta i problemi citati  precedentemente  ma ha lo svantaggio di essere piu' sottile quindi di fornire meno protezione termica, cosa che si puo' comunque ottenere utilizzando sottomuta piu' pesanti.





-Trilaminato:
Il trilaminato e' un materiale che si ottiene appunto dalla giunzione di laminati che rendono questo materiale ultraresistente e leggerissimo, quindi molto comodo da indossare. Lo svantaggio e' che il trilaminato non offre alcuna resitenza termica quindi i sottomuta devono essere molto piu' efficaci che negli altri casi e non essendo un materiale elastico le mute devono essere molto abbondanti.




-Multimateriale: 
Generalmente le mute in multimateriale sono composte per la parte del torace in trilaminato per alleggerire la muta stessa e nella parte delle gambe in noprene precompresso, quindi molto elastico per offrire il massimo comfort nei movimenti. Lo svantaggio principale di questo genere di mute e' il prezzo che generalmente e' molto elevato.

Esitono anche altri materiali che non andremo a trattare perche' utilizzati fondamentalmente nelle immersioni commerciali. 


Manutenzione 
La muta stagna ha bisogno di maggiori cure rispetto ad una umida, dopo l'utilizzo va' comunque risciacquata in acqua dolce e stesa ad asciugare verificando che il tesuto non si pieghi su se stesso.

Dopo ogni immersione bisogna inoltre lubrificare la cerniera per prevenire ossidazioni e garantire una migliore scorrevolezza della stessa con cera di paraffina e NON GRASSO DI SILICONE questo e' molto importante in quanto se un giorno fosse necessario sostituire la cerniera per qualsiasi motivo e precedentemente si e' andati a lubrificare la cerniera con il grasso di silicone si rischierebbe che le zone di neoprene vicine alla cerniera non aderiscano ai collanti utilizzati per la riparazione.
Utilzzare successivamente del talco minerale da cospargere sui polsini e sul collo e ripiegarli all'interno della muta prima di riporla. Conservare la muta ripiegata nella apposita custodia per evitare che l'ozono e la luce diretta possano far invecchiare il tessuto di cui e' composta, evitando di far effettuare alla cerniera curve brusche.



Le riparazioni piu' frequenti da effettuare su una muta stagna consistono nella rilevazione di fori che provocano infiltrazioni seppur minime:

-sigillare polsini e collo e gonfiare la muta.

-immergere la muta gonfia nell'acqua di una vasca e verificare la zona da cui proviene la perdita.

-contrassegnare con un pennarello il foro e fare asciugare la muta.

-sigillare il foro con del mastice specifico "Aqua Sure" e far asciugare per almeno 24 ore.

Lo stesso procedimento puo' essere applicato per i piccoli strappi o per le giunzioni che si sono scollate; i casi piu' complicati da risolvere come la sostituzione della cerniera o dei polsini e del collo sarebbe opportuno che vengano effettuati da personale specializzato per evitare problemi di tenuta.

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ACCESSORI MUTE

Gli accessori che vanno a completare la protezione termica di una muta sono:


I Cappucci
La testa e' uno dei punti del corpo piu' vascolarizzati, oltre ad inguine ed ascelle, questo porta ad una dispersione del calore corporeo di circa il 75% di conseguenza offrire una buona protezione al capo contribuisce ad un mantenimento generale del calore.
Sia per le mute umide che per le stagne i cappucci sono costruiti in  neoprene. Quello che cambia tra le varie configurazioni dove possono essere applicati e' lo spessore del neoprene che varia come per le mute a seconda di dove vanno utilizzati.
Altra differenza che possiamo trovare tra i vari cappucci e' la conformazione del collo. Nel modello illustrato sulla sinistra il collo e' corto questo permette di utilizzarlo con mute stagne e semistagne dove la tenuta e' garantita dalla guarnizione del colletto della muta quindi il cappuccio non va' infiliato all'interno.
Per le mute umide invece si utilizzano cappucci con collo svasato, adattato per essere infilato all'interno della muta.




I Guanti
I guanti sono un elemento che non sempre viene utilizzato, in alcuni parchi marini e' addirittura vietato per evitare che i subacquei vadano a toccare la flora e la fauna marina.
Disponobili sempre in diversi spessori sono  indispensabili quando si effettuano immersioni in acque.
Citiamo due sole varianti tra i vari tipi di quanti: i guanti umidi ed i guanti stagni.
Gli ultimi vanno collegati alle mute tramite apposite ghiere e per garantire protezione termica hanno bisogno di sottoguanti.




 I Calzari     
 I calzari a loro volta passano da spessori di 1 mm, simili a delle calze e sono adatti per essere infilati all'interno delle pinne ascarpetta chiusa, a spessori di 6-7 mm per l'utilizzo con mute semistagne.
Sono indispensabili con l'utilizzo delle pinne a cinghiolo e possono essere molto utili, evitando di ferirsi i piedi su terreni sconnessi, anche negli spostamenti verso il luogo di immersione.
Sono dotati in genere di una suola in gomma resistente che permette di camminarci comodamente. 



SISTEMI DI ZAVORRA 


Per contrastare la positivista' guadagnata dopo aver indossato pesanti mute cappucci e guanti bisogna ricorrere ad un sistema di zavorra che ci permetta, dopo un'accurata pesata, di ottenere un'assetto neutro.
Il piu' comune sistema di zavorra e secondo me anche il migliore, rimane sempre la classica cintura con i piombi.
Tuttavia nel tempo sono entrati nel palcoscenico della subacquea i piu' svariati sistemi di zavorramento: piombi a sgancio rapido,   cinture con tasche per l'alloggiamento dei piombi, sacchetti morbidi di zavorra,gav con tasche portazavorra, piombi gommati e chi piu' ne ha piu' ne metta...
Una nota va' spesa per la fibbia che puo' essere di tecnopolimeri o d'acciaio. La piu' consigliata e' in acciaio in quanto i denti di quella in plastica col tempo tendono ad arrotondarsi e cedere presa.

Pesata
Si sono discussi svariati medoti di pesata, con improbabili calcoli di rapporto tra peso ecc..
"La giusta pesata si ottiene aggingendo peso alla zavorra fin tanto che a gav completamente sgonfio il subacqueo riesce a rimanere in superfice con l'acqua a meta' maschera' ed espirando deve riuscire a scendere tranquillamente. Se cio' non fosse possibile bisogna aggiungere o togliere zavorra."  


G.A.V. GIUBBETTO AD ASETTO VARIABILE

  
Il GAV viene chiamato anche Jacket o Equilibratore e svolge la stessa funzione della vescica natatoria nei pesci ovvero regola l'assetto. A seconda della profondita' dove ci si trova infatti, bisogna aggiungere o espellere aria dal suo interno al fine di raggiungere un assetto neutro che ci faccia vivere quel senso di liberta' creato dall'assenza di peso.


Il GAV e' composto da un corpo che al suo interno racchiude una camera d'aria che viene gonfiata tramite un comando chiamato VIS. Il VIS e' collegato all'erogatore tramite una frusta di bassa pressione e per mezzo di un tubo corrugato al giubbetto.
Sul VIS troviamo: un alloggiamento per immettere aria a bocca in situazione d'emergenza, un pulsante di carico aria ed un pulsante di scarico.
Sul GAV invece sono presenti due o tre valvole di scarico d'emergenza da utilizzare nel caso in cui il pulsante di scarico del VIS dovesse smettere di funzionare.
Il materiale piu' diffuso per la costruzione dei gav e' la Cordura, per le sua grande resistenza alle abrasioni che a seconda dei modelli ha una trama piu' o meno fitta che si misura in Denari.

I parametri con cui si misurano le differenze tecniche tra un GAV e l'altro sono: la spinta di risalita, il volume interno, lo spessore della Cordura con cui sono costruiti.

 Attualmente possiamo suddividere i GAV in 3 categorie: GAV a volume anteriore, GAV a volume posteriore o GAV TECNICO, GAV Side Mount.

I GAV a volume anteriore
 
come quello nell'immagine in alto sulla sinistra, sono i piu' comunemente utilizzati nella subacquea ricreativa ed hanno la particolarita' di essere costruiti come un gilet al cui interno e' racchiusa una sacca in pvc che passa dalla parte anteriore fino al ventre del subacqueo. Questo modello e' molto comodo da indossare e prevede in genere due grandi tasche sui fianchi dove alloggiare le attrezzature di riserva.
Il volume interno dei sacchi dei GAV a volume anteriore variano dai 7 litri nei modelli da viaggio a circa 25 litri per i modelli piu' performanti.
Questa volumetria e' sufficente a soddisfare tranquillamente le immersioni in monobombola per cui sono destinati.



I GAV a volume posteriore
utilizzati nelle immersioni tecniche dove occorrono piu' bombole per le profondita' affrontate ed i tempi di fondo maggiori, sono formati da pezzi separati intercambiabili e montano sacchi singoli o doppi di una capacita' che va' fino ai 50 litri. Sono costituiti da un sacco posto sulla schiena del subacqueo collegato ad una piastra d'acciaio o di alluminio che funge da schienalino. Gli spallacci del GAV possono avere fibbie a sgancio rapido o meno e  sono legate allo schienalino d'acciaio tramite un'unica cinta.




I GAV Side Mount
sono entrati nel mercato anche ricreativo da un paio d'anni, prima erano utilizzati solo dagli speleosubacquei, hanno la caratteristica di alloggiare le bombole sui fianchi del subacqueo a differenza di come si e' sempre fatto e cioe' sulla schiena. Possiedono piu' o meno le stesse caratteristiche costruttive dei GAV tecnici ma al posto della piastra d'acciaio posta sulla schiena come schienalino hanno solo una piccola piastrina usata come raccordo per la cinta e delle molle che sewrvono a mantenere le rubinetterie delle bombole per permettere loro di essere sganciate e poste di fronte al subacqueo per entrare in cunicoli stretti senza rimanere incastrati.


Come scegliere
Conviene scegliere il proprio GAV per gradi, valutando il tipo di mmersioni che si andranno ad affrontare. Quindi conviene partire con un GAV a volume ventrale che favorisce una poizione eretta, ottima per iniziare ma anche per effettuare immersioni in tutta liberta'. Man mano che il livello di immersione cresce si puo' passare ad un GAV ad assetto posteriore che favorisce la posizione orizzontale in acqua ed aumenta l'idrodinamicita' oltre a poter supportare un'attrezzatura piu' pesante. Per quanto riguarda il SideMount puo' essere utilizzato indistintamente sia da principianti che da esperti basta frequentare un apposito corso di specialita' per entrare in confidenza con i sistemi di sicurezza del tipo di configurazione.



Manutenzione
La normale manutenzione del GAV comprende il risciacquo esterno ed interno facendo entrare acqua all'interno del sacco tramite il corrugato, e la lubrificazione con grasso di silicone delle guarnizioni delle valvole di sicurezza.
Va' poi fatto asciugarein un luogo lontano dalla luce diretta dei raggi solari e riposto leggermente gonfio appeso per gli spallacci su una gruccia.

Riparazioni 
Le riparazioni piu' comuni che vengono effettuate su un GAV avengono sul sacco che puo' bucarsi accidentalmente. 

-Bisogna individuare il foro sul sacco e contrassegnarlo

-applicare una goccia di ACQUASURE sul foro e lasciare asciugare per 24 ore


-verificare la tenuta.

Piccole perdite dalle valvole di scarico di sicurezza possono essere risolte tramite la pulizia e la lubrificazione delle guarnizioni con grasso di silicone o con la la sostituzione degli O-ring







BOMBOLE



La bombola e' una delle parti dell'attrezzatura che non tutti i subacquei posseggono in quanto in genere viene fornita insieme alla zavorra dai diving dove si va' per effettuare immersioni.
Tuttavia diversi subacquei hanno bombole di proprieta' che utilizzano per effettuare immersioni individuali.

Le bombole sono costituite da una bottiglia e da una rubinetteria e sono costruite in acciaio o in allumino . Sono entrambe ottime ma hanno diverse caratteristiche tecniche che a seconda del caso fanno preferire le une alle altre.
  
Le Rubinetterie
Sono semplici meccanismi dotati di manopole apri-chiudi ed accessoriati di dischi anti-scoppio che favoriscono la fuoriuscita di aria nel caso in cui le bombole dovessero essere caricate oltre il 140% della pressione di esercizio.
Su queste rubinetterie possono essere montati due tipi di erogatore: l'INT con un adattatore a pasticca avvitato all'interno della rubinetteria dell bombola e dil DIN che e' provvisto di filettatura 5/8 dove e' incassato direttamente l'o-ring di tenuta.
Le rubinetterie possono avere diverse configurazioni, ad un'uscita singola per monobombola a doppia uscita ad Y, oppure essere collegate tra loro tramite dei ponticelli di raccordo (mainfold) che permettono di configurare dei bibombola. 
 

Le bombole in alluminio 

a parita' di dimensioni con quelle d'acciaio sono piu' pesanti. Questa differenza e' dovuta dal fatto che l'alluminio possiede una resistenza mecanica inferiore all'acciaio quindi le bombole devono avere pareti piu' spesse per lavorare sotto pressione. L'alluminio inoltre avendo un peso specifico inferiore rispetto all'acciaio in acqua ha una maggiore galleggiabilita', anzi direi proprio a galleggiare; una bombola di alluminio semivuota infatti diventa positiva e genera una spinta verso l'alto di 1.2 kg.
Pertanto utilizzando bombole d'alluminio bisogna aggiunger circa 1-2 kg di zavorra.
Il lato positivo dell'allumninio e' che questo materiale tende ad usurarsi molto meno perche' non viene intaccato come l'acciaio dai fenomeni corrosivi. 


Le bombole d'acciaio 
Le bombole d'acciaio hanno il difetto che subiscono il processo di corrosione. per ovviare a questo inconveniente vengono opportunamente zincate e verniciate con procedimenti particolari da permettere un perfetto ancoraggio della vernice epossidica. L'acciaio ha un peso specifico piu' elevato dell'alluminio quindi tendono a rimanere sempre negative.

  

Caratteristiche delle bombole
Le bombole vengono prodotte in diversi formati: 5,7,10,11,12,15,18 e possono venire assemblate anche in serie da 2 o 3 bombole a seconda dell' occorrrenza.
Le bombole da 5, 7 litri vengono utilizzate per lo piu' come bombole d'emergenza o per eseguire piccoli interventi lampo come la pulizia della carena di un' imbarcazione o il recupero di un'ancora incastrata. Le 10 litri sono il formato piu' utilizzato per i corsi in piscina per la maneggevolezza mentre gli 11 litri in alluminio ricopono un largo utilizzo dei diving di gran parte del mondo. Il 15 litri e' la misura standard dei diving europei ed il 18 puo' essere un'ottima laternativa per persone di mole molto grande che hanno di conseguenza consumi piu' elevati.


Ogni bombola possiede un proprio "codice fiscale" dove vengono rivelati tutti i dettagli di costruzione e revisione della stessa.
I numeri stampigliati sulla bottiglia si riferiscono in ordine a:

-Nome del produttore, Numero di maticola, anno di produzione

-Gas utilizzabile, pressione di esercizio/pressione di collaudo
-Capacita', Peso, data collaudo, marchio e data collaudi successivi.


 

Note molto importanti da sapere per la manutezione di una bombola:

-Evitare che la bombola prenda colpi dall'esterno.

I colpi, quindi le cadute accidentali e gli urti possono indebolire le pareti della bombola che a pressione d'esercizio potrebbe esplodere.




"ATTENZIONE quando si acquista una bombola usata soprattutto oltre alle documentazioni e collaudi anche ai segni di cadute che potrebbero essere un segnale di un metallo non troppo affidabile."

-Evitare formazione di umidita' all'interno.
Uno dei peggior nemici di una bombola e' l'ossidazione che all'esterno e' ben visibile ma all'interno lo e' solo tramite un'ispezione visiva.
Per evitare che all'interno della bombola si formi ossido:

-Caricare le bombole con compressori che abbiano i filtri in ottimo stato controllando quando si collega la bombola che nel foro della rubinetteria non vi sia rimasta dell'acqua che altrimenti potrebbe essere spinta all'interno.

- Non scaricarla troppo rapidamente. 

Per lo stesso fenomeno per cui durante la rcarica le bombole si surriscaldano, quando vengono svuotate si raffreddano e se questa operazione viene effettuata troppo rapidamente si vengono a creare delle goccioline di condensa che corrodono la bombola.
E' quindi sconsigliato utilizzare le bombole per asciugare i primi stadi dopo l'immersione perche' questo processo potrebbe contribuire alla formazione di condensa.

- Conservare la bombola in piedi e con pochi bar al suo interno.

Conservare le bombole in piedi fa' si che se dovesse formarsi della conserva all'interno le gocce andrebbero a confluire su fondo facilitando cosi' l'individuazione durante l'ispezione visiva.
La pressione raccomandata da tenere nelle bombole in satzionmento e' di 20-30 Bar in quanto mantenere le bombole cariche a pressione di esercizio prima di tutto provocherebbe un maggiore stress al metallo della bombola e secondo favorirebbe la formazione dell'ossido con l'aumentare della percentuale di ossigeno al suo interno.

Norme di manutenzione:

Secondo le regole della comunita' subacquea e delle leggi che regolano tali tipo di attivita' le bombole andrebbero sottoposte ad ispezione visiva una volta l'anno ed a collaudo la prima volta dopo 4 anni dal primo collaudo mentre successivamente ogni 2 anni.




 

EROGARTORI


Gli erogatori disponibili per la subacquea ricreativa sono costituiti da 2 stadi a richiesta e circuito aperto.
Cio' significa: 

2 stadi

la pressione della bombola viene ridotta da un primo stadio tra gli 8 e i 12 bar e successivamente equiparata a quella esterna da un secondo stadio.

A richiesta

l'aria viene erogata quando necessaria e fornita tramite il solo atto respiratorio, non a  flusso continuo.

Circuito aperto

l'aria espirata viene dispersa all'esterno tramite una valvola di non ritorno e non reimmessa nel circuito come avviene negli ARO (auto respiratori ad ossigeno) e nei Rebreather.





Primo stadio
Non tutti i primi stadi in commercio sono uguali, anche se compiono la stessa funzione di base, essi sono caratterizzati da una serie di peculiarita' tecniche che li differenziano tra loro.

La prima differenza si trova nel meccanismo della valvola che regola la pressione:

-a pistone
-a membrana 
Questa differenza tuttavia e' solo progettuale perche' non influisce sul funzionamento dell'erogatore.


pistone:
la pressione esterna viene trasmessa alla valvola di apertura/chiusura tramite un pistone.
I primi stadi a pistone sono costituiti da un numero inferiore di pezzi che riducono i costi di manutenzione, tuttavia lavorando a bagno, cioe' con dei fori che permettono l'ingresso dell'acqua possono risentire dell'accumulo di detriti.
Video Primo Stadio a Pistone 

membrana: la pressione esterna viene trasmessa alla valvola di apertura/chiusura tramite una membrana.

I primi stadi a membrana hanno una meccanica piu' complessa ma lavorando a secco non risentono degli agenti esterni come quelli a pistone.
Video Primo Stadio a Membrana 


La seconda differenza piu' importante tra i primi stadi riguarda proprio la valvola:
-valvola bilanciata
-valvola non bilanciata
Questo tipo di valvole possono essere impiegate sia nei primi stadi a pistone che a membrana.

valvola bilanciata:
la valvola bilanciata non viene influenzata' ne' dalla pressione interna della bombola, ne' dalla pressione esterna. Inoltre la valvola bilanciata puo' utilizzare diametri di apertura maggiori, cio' permette di fornire piu' aria e di evitare cadute di pressione anche a bombola scarica. Video primo stadio bilanciato

valvola non bilanciata: i sistemi a valvola non bilanciata risentono della differenza sia di pressione esterna che interna della bombola.

Con l'aumento della profondita' infatti lo sforzo respiratorio aumenta e questo accade anche quando la bombola si svuota. Il costo di questo tipo di erogatori e' molto piu' basso.






Secondo Stadio
Il Secondo Stadio e' la parte finale dell'erogatore che collegato tramite delle fruste di bassa pressione al Primo Stadio fornisce aria al subacqueo.Video Secondo Stadio

Quando si respira da un secondo stadio si crea una depressione su una
membrana posta subito dopo il boccaglio che con il suo movimento esercita pressione su una valvola a pistone a favore di flusso (FAIL SAFE). Durante l'espirazione l'aria in eccesso viene scaricata tramite una valvola di scarico e la membrana attratta dalla sovrappressione ritorna in posizione cosi' la valvola a pistone chiude il flusso d'aria proveniente dalla bombola.

La normativa CE prevede che tutti gli erogatori moderni vengano prodotti con la tecnologia FAIL SAFE perche' in caso di rottura l'erogatore al posto di bloccarsi eroga aria di continuo permettendo comunque al subacqueo di respirare.

Oltre ai modelli base i  Secondi Stadi possono essere di tipo bilanciato oppure servoassistito:

bilanciato

le valvole bilanciate favoriscono una naturale respirazione.
Sono composte da un pistoncino con uno stelo forato, una molla tarata ed una camera di bilanciamento.
servoassistito 
una valvola pilota comanda l'apertura della valvola principale tramite un circuito pneumatico. Anche questo sistema diminuisce lo sforzo respiratorio.

Alcuni erogatori come il modello in foto sulla destra sono dotati di un pomello che permette di regolare ulteriormente in immersione il flusso d'aria aumentando la facilita' di inspirazione e di una chiavetta chiamata DIVE/PREDIVE per bloccare la fuoriuscita spontanea di aria nel caso in cui il secondo stadio venga utilizzato come Octopus. Inoltre alcuni modelli hanno una conformazione della calotta che crea un effetto Venturi durante la respirazione aumentando ulteriormente la sensibilita'.


Come scegliere

L'erogatore e' uno degli strumenti piu' costosi dell'intera attrezzatura tuttavia durante l'acquisto non conviene risparmiare su un accessorio di fondamentale importanza che ci permette una respirazione simile a quella che si ha in superfice in un ambiente che non ci appartiene come l'acqua.

Come linea guida possiamo dire che per acquistare un buon erogatore conviene che sia bilanciato a membrana, secondo stadio bilanciato Venturi con regolazione manuale e Dive / Pre Dive.


Manutenzione

La manutenzione da prestare ad un erogatore include poche semplici regole:

-Risciacqurare dopo l'utilizzo con acqua dolce 

-Chiudere con l'apposito tappo il primo stadio, non immergendolo dopo averlo smontato dalla bombola, per evitare che si infiltri acqua all'interno


-Non premere il pulsante di spurgo del secondo stadio durante il risciacquo per evitare infiltrazioni d'acqua


-Non asciugare il primo stadio con il getto d'aria della bombola dopo l'immersione, qualche goccia d'acqua potrebbe essere spinta a pressione all'interno

Inoltre regola molto importante e' sottoporre una volta l'anno a revisione l'erogatore presso centri di assistenza specializzati.



MANOMETRO



Il manometro e' uno strumento indispensabile perche' ci permette di tenere sotto controllo la scorta d'aria durante l'immersione.
Esso e' collegato tramite una frusta di alta pressione al primo stadio dell'erogatore e ci permette tramite un trasduttore chiamato Tubo di Bourdon di leggere la pressione interna della bombola.
Possiamo trovare manometri di diverse dimensioni e  materiali: cassa in metallo, plastica o ABS rivestito in gomma.
Sul retro di ogni manometro e' presente una valvola antiscoppio che evita in caso di malfunzionamento che esploda.
Nei manometri Europei la pressione viene espressa in BAR, mentre in quelli Anglosassoni la pressione e' espresa in PSI.

In commercio possiamo trovare anche dei computer subacquei con manometro integrato che al posto di essere collegati con una frusta hanno una sonda wireless collegata sul primo stadio.  




Manutenzione
Come l'erogatore il manometro deve essere sottoposto a revisione almeno una volta l'anno per controllare lo stato della taratura dello strumento. 
Occorre controllare lo stato della frusta e la cassa che non presenti graffi o abrasioni.




COMPUTER


Il computer subacqueo e' uno strumento molto importante che negli ultimi 15 anni e' entrato a far parte dell'attrezzatura subacquea.
L'immersione multilivello con il computer e' cambiata notevolmente rispetto alla pianificazione con la tabella, aumentando i tempi di fondo e garantendo maggiore sicurezza grazie ad un controllo in tempo reale dei valori riguardanti l'immersione.
Tuttavia il computer e' uno strumento a cui bisogna far fede in immersione ma che e' pur sempre progettato sulla base di algoritmi che non garantiscono mai al 100%   l'insorgere di patologie da decompresione anche rimanendo all'interno dei limiti.

Le principali funzioni svolte da un computer sono:

-Profondita' e tempo di immersione

-Limite di non decompresione aggiornato in tempo reale e con il variare della profondita'

-Controllo velocita' di risalita

-Calcolo delle tappe di decompressione

-Intervallo di superficie

-Indicazioni per il volo dopo l'immersione

-Loogbook

Come scegliere
La scelta del computer e' un fattore abbastanza personale visto che in tutti i modelli sono presenti le stesse funzioni di base.
In base all'utilizzo che se ne fa', quindi del tipo di immersioni che si vanno a svolgere e' conveniente utilizzare alcuni modelli rispetto ad altri.
Ad esempio, per un subacqueo tecnico potrebbe essere meglio utilizzare un computer con profilo multigas al posto di averne piu' di uno oppure avere uno schermo piu' grande per una visualizzazione piu' rapida dei valori.
Si puo' scegliere il computer anche in base alle caratteristiche accessorie che possono essere molto comode come: 

-Bussola integrata

-Sonda per la lettura della pressione della bombola integrata

-Profili multigas

ecc. ecc. 

Manutenzione
La manutenzione del computer comprende il rasciucquo con acqua dolce dopo l'immersione, il controllo e nel caso la sostituzione delle batterie da parte di personale specializzato e nota importante "durante il trasporto aereo il computer va' portato in cabina e non nel bagaglio in stiva"  che non essendo pressurizzata puo' starare l'apparecchio.


 

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