DIR Style
Nella fattispescie Doing It Right nasce dallo studio di un gruppo di spleosubacquei che utilizzano uno "Stile" di immersione adattato alle situazioni piu' estreme e che diventa una vera e propria filosofia.

I fondamenti di questa disciplina sono stati poi racchiusi in una didattica fondata dagli stessi utilizzatori del sistema: Global Underwater Explorers (GUE)
Di seguito una lista della configurazione standard:
- Maschera: una maschera con un piccolo volume interno riduce la resistenza idrodinamica e richiede un minimo sforzo per lo svuotamento.
- Erogatore Primario: erogatore di ottima qualità che viene ceduto al subacqueo in emergenza.
- Frusta corta: la frusta deve essere di lunghezza sufficiente per permettere una respirazione agevole, ma non troppo lunga da creare resistenza o agrovigliamenti.
- Erogatore di Backup: erogatore di ottima qualità che il subacqueo utilizza come riserva in caso di failure del primario o in caso di emergenza del compagno.
- Frusta lunga: opzionale in immersioni poco profonde, ricreative, ma obbligatoria in immersioni profonde. La frusta lunga permette di condividere l'aria con il compagno in caso di emergenza. Quando utilizzata, la frusta lunga che alimenta l'erogatore primario, deve sempre arrivare dal lato destro del subacqueo.
- Luce di Backup: disposta in posizione ottimale da ridurre la resistenza e raggiungibile ed attuabile semplicemente con una mano sola.
- Testa illuminante primaria con maniglia Godman: maneggiabile semplicemente con una mano sola, lasciando libera la mano stessa di operare altra attrezzatura.
- Muta Stagna: necessaria per permettere al subacqueo una immersione confortevole termicamente. La muta deve permettere agevoli movimenti in acqua.
- Imbracatura-Sottocavallo: regolato su misura al subacqueo, ospita due anelli D-Ring. Uno funge da aggancio per lo scooter subacqueo (a questo anello il subacqueo non dovrebbe agganciare nessun altro oggetto, poiché risulterebbe troppo basso rispetto alla sagoma del subacqueo). L'altro anello, posteriore e prossimo alla piastra, funge da aggancio per altra attrezzatura (bombole di stage, altro scooter). Il sottocavallo ha anche la finzione di mantenere l'equilibratore d'assetto in posizione ed evita che questo si distacchi dal corpo fluttuando ed aumentando la resistenza.
- Cappuccio: necessario per il comfort termico del subacqueo.
- Cinghiolo della maschera: robusto e resistente alla rottura, offre maggiore confort al subacqueo in quanto è regolato sulla propria testa.
- Collarino per erogatore secondario: disegnato per mantenere l'erogatore secondario in posizione di facile accesso (dovrebbe essere raggiungibile anche senza l'aiuto delle mani).
- Tubo corrugato: dovrebbe essere lungo sufficientemente da non interferire con la testa del subacqueo e permettere il gonfiaggio contemporaneo della muta stagna. Ma non troppo lungo da incrementare la resistenza idrodinamica.
- Sistema di gonfiaggio: sufficientemente accessibile ma tale da non creare aggrovigliamenti o aumento di resistenza.
- Manometro: di qualità, in metallo cromato, con cassa girevole, di facile lettura ed affidabile.
- Coltello: collocato in posizione ventrale sul fascione dell'imbrago, accessibile con entrambe le mani (in posizione quasi centrale).
- Frusta manometro: di lunghezza appropriata, deve consentire al subacqueo una facile lettura (dopo averlo sganciato dal D-Ring). Non deve fluttuare creando rischio per il subacqueo di impigliarsi.
- D-Ring: 2 sul petto, 1 sul fianco sx all'altezza del bacino, 2 sul sottocavallo, davanti e dietro: totale 5
- Tasche: due tasche, una per lato, montate sulle gambe della muta stagna. La tasca destra è in genere la tasca contenente la maschera di riserva, il wetnote, lo spool. La tasca sinistra è la tasca di sicurezza, contenente gli oggetti ridondanti, pallone, spool, ecc.
- Manopole: di gomma, per evitare la rottura, dovrebbero essere completamente in posizione aperta.
- Valvole: una per ogni bottiglia del bibombola ed una centrale del manifold. Il sistema bibombola con bombole collegate mediante il manifold è preferibile per motivi di sicurezza e ridondanza.
- O-Ring: tutte le guarnizioni delle valvole e del manifold sono ridondanti.
- Equilibratore d'assetto: differente a seconda del tipo di immersione, con monobombola o bibombola. Deve avere un volume sufficiente per permettere il galleggiamento della solo attrezzatura in superficie.
- Bombole: bibombola in acciaio per il back gas e bombole in alluminio per la decompressione.
- Piastra ed imbracatura: disegnate per adattarsi perfettamente al subacqueo, favorire un agevole controllo d'assetto ed evitare resistenza fluidodinamica.
- Illuminatore primario: testa illuminante separata, con batteria nel canister montato sul fianco destro del subacqueo. Maniglia Godman per permettere di illuminare lasciando la mano libera.
- Pallone di segnalazione: alloggiato nella tasca portapallone sulla schiena del subacqueo. Il pallone serve come segnalazione. Potrebbe essere necessario possedere anche un pallone di sollevamento o una zattera di emergenza.
- Pee-valve: permette al subacqueo di urinare durante l'immersione per mezzo di un catetere e preservativo in lattice.
- Profondimetro e timer: montati sui polsi, in genere con cinturini in corda elastica, molto affidabili e di facile utilizzo.
- Bussola: montata sul polso, in genere con cinturini in corda elastica, molto affidabili e di facile utilizzo.
- Pinne: non devono avere ganci in plastica che possono essere un facile punto di rottura. Si utilizza in genere un cinghiolo in gomma o meglio una molla elastica. Le pinne ideali sono ricavate da un unico stampo in gomma, negative in acqua.
- Reel e spool: il reel è agganciato all'anello posteriore del sottocavallo. Lo spool è collocato nella tasca destra della muta, mentre nella tasca sinistra è consigliabile alloggiare uno spool di backup.
Alcuni approfondimenti sulla configurazione DIR
La configurazione DIR è pressoché identica per la maggior parte delle immersioni. In casi particolari, per particolari tipi di immersioni, il subacqueo DIR potrebbe aggiungere attrezzatura supplementare di sicurezza, senza però variare l'attrezzatura standard che abbiamo elencato appena sopra.
L'erogatore primario è utilizzato nominalmente durante l'immersione e viene ceduto al compagno in emergenza per condividere l'aria. Questo erogatore è dotato di frusta lunga almeno 2.1m per permettere una facile condivisione di aria con il compagno in emergenza. Il concetto di condividere l'erogatore principale verrà descritto più avanti e rappresenta il concetto di base della configurazione DIR.
La configurazione dell'equilibratore di assetto con sacco posteriore è stato per anni appannaggio della subacquea con bibombola. Solo recentemente si è capita l'importanza del sacco posteriore anche per immersioni con monobombola, per una serie di ragioni, in primis la capacità di garantire un assetto migliore, di ridurre l'ingombro, di non “schiacciare” il ventre del subacqueo quando gonfiato ecc ecc.
La maggior parte dei subacquei tecnici riconosce l'inferiorità del compensatore d'assetto tipo Jacket, molto diffuso nella subacquea ricreativa per l'uso con il bobombola. Un problema caratteristico dei compensatori d'assetto tipo jacket è che questi vengono prodotti nelle taglie stock classiche, per cui la vestibilità potrebbe non essere precisa su ogni persona. Questo aspetto è ovviamente superato dall'imbracatura regolabile, che si adatta perfettamente ad ogni subacqueo, che la regola una volta per tutte!


Imbracatura e Piastra
L'imbracatura dovrebbe essere costituita da un unico fascione e non avere sganci rapidi. L'assenza di quick release, che di primo acchito potrebbe sembrare un impedimento alla vestizione ed alla svestizione, in realà è un vantaggio alla sicurezza. Gli sganci rapidi sono un classico punto di rottura dell'equipaggiamento. Perdere il compensatore d'assetto con la bombola in immersione, può creare scompensi di assetto o addirittura variazioni significative di quota, qualora la spinta negativa della bombola venga a mancare. Ecco che si rende indispensabile l'uso di una imbracatura fissa, senza rischio di sgancio o di rottura.
Anche il sottocavallo è costituito da un unico pezzo, un fascione chiuso su se stesso, agganciato alla piastra e fatto passare attraverso la porzione ventrale dell'imbrago. Il sottocavallo è necessario per mantenere tutto l'equipaggiamento in posizione ed evitare problemi durante l'ingresso in acqua o durante eventuali capovolte. Inoltre è necessario per l'uso di un propulsore subacqueo. Il sottocavallo passa attraverso il fascione ventrale, ma la fibbia di questo fascione deve essere spostata sul fianco destro, sia per evitare che il sottocavallo la apra accidentalmente, sia per mantenere in posizione il canister dell'illuminatore subacqueo.
Il sottocavallo ha due anelli, uno posteriore a cui è comodo agganciare eventuali bombole o scooter spare, ed uno anteriore a cui è vincolato lo scooter in utilizzo.
La zona sotto le bombole della piastra è molto comoda per alloggiare oggetti, in particolare il pallone di sollevamento.
Molti produttori sono soliti montare diversi punti di aggancio dell'attrezzatura, cioè diversi D-Ring in posizioni spesso non corrette. Questo è in netto contrasto con la configurazione DIR, che prevede solo 3 D-Ring sull'imbrago e 2 sul sottocavallo. Per quanto riguarda l'imbrago, c'è un D-Ring all'altezza di ognuna delle due spalle, uno all'altezza del bacino sul fianco sinistro. I D-Ring sul lato sinistro sono utilizzati per le bombole stage, quello più basso anche per clippare il manometro. Sul fianco destro, l'anello all'altezza della spalla serve per clippare l'erogatore principale quando necessario, e la testa illuminante quando necessario. Inoltre tutti e due gli anelli sulle spalle possono essere utilizzati per clippare le torce di backup.
Il coltello è collocato sul fascione ventrale, quasi in posizione centrale, raggiungibile da entrambe le mani, facilmente estraibile. La lama è corta e tagliente. Si preferisce evitare ganci che rendono poco agevole l'operazione di sfilamento del coltello.
Molti
subacquei pensano erroneamente che sia corretto avere un grande volume
disponibile nei loro compensatori d’assetto per supportare il peso
dell’equipaggiamento. In realtà non occorre avere sacchi molto grandi
che favorirebbero soltanto la resistenza idrodinamica, senza offrire
reali benefici. Il subacqueo dovrebbe essere in gradi di uscire
dall’acqua anche in caso di malfunzionamento del compensatore d’assetto,
per cui è necessario ridurre al minimo necessario la zavorra ed evitare
sacchi sovradimensionati. Come per tutta l’attrezzatura, la ridondanza
del compensatore d’assetto deve essere garantita. Ci pensa in questo
caso la muta stagna. Molto subacquei che hanno sperimentato compensatori
composti da doppio sacco si sono resi conto di avere incontrato
soltanto problemi, sia di gestione di due sacchi, quindi di due sistemi
di gonfiaggio, sia di incremento di resistenza all’avanzamento.
Erogatori
Gli
ambienti subacquei in cui è possibile fare immersioni sono molti e
molto diversi tra loro. E’ necessario quindi che il subacqueo pensi a
dove andrà ad immergersi ed in quale ambiente gli erogatori si
troveranno a lavorare.
Gli erogatori utilizzati da un subacqueo DIR sono i seguenti
- Erogatore primario: con frusta lunga, arriva alla bocca del subacqueo dalla spalla destra e viene utilizzato in immersione, in condizioni nominali.
- Erogatore di back-up: adagiato davanti al subacqueo per mezzo di un collarino (in condizioni nominali non viene utilizzato per la respirazione)
- Erogatore per decompressione: utilizzato sulle bombole decompressive
- Erogatore per bombole di stage: utilizzato sulle stage in genere per allungare i tempi di fondo.
- Erogatore per bombolino argon: utilizzato per il gonfiaggio della muta stagna, in genere corredato di valvola di sovrapressione
Molti
subacquei preferiscono un erogatore bilanciato ad alte prestazioni come
erogatore primario, mentre un erogatore non bilanciato, di prestazioni
leggermente inferiori, come back-up. Questa configurazione garantisce il
miglior compromesso. Le bombole di stage garantiscono un’estensione del
tempo di fondo, per cui i subacquei preferiscono utilizzare per queste
un erogatore di qualità simili a quelle dell’erogatore primario.
Gli
erogatori per stage e decompressive sono ovviamente lasciati liberi di
riempirsi con acqua, per cui in genere si preferisce utilizzare per
questi scopi erogatori a pistone.
Il riduttore di pressione per argon deve essere compatto, robusto e funzionale, anche a pressioni medio basse.
Due
concetti che spesso tendono a generare confusione sono lo sforzo
respiratorio dell’erogatore e la pressione intermedia del suo primo
stadio.
La
pressione intermedia è la pressione interna del primo stadio.
Generalmente, quanto maggiore è questa pressione, tanto più energia si
ha per fare arrivare aria al secondo stadio. Tuttavia, una pressione
troppo elevata può causare usura dei componenti interni che sono
soggetti a forze maggiori durante i cicli di apertura e chiusura. Molti
erogatori forniscono una pressione intermedia maggiore di quella che in
realtà occorre al subacqueo, ad esempio i Poseidon, e questo non è
accettato dai subacquei DIR. La maggior parte degli erogatori hanno una
pressione intermedia di circa 140 psi (circa 10bar). Pressioni
superiori non sono raccomandabili. Tale pressione è sufficiente per
fornire aria sufficiente al subacqueo, anche considerando che sotto ad
una certa profondità, dove la densità dell’aria potrebbe portare
problemi di sforzo maggiore alla respirazione, si passa ad utilizzare
miscele con una percentuale di elio che, essendo un gas a molecola molto
piccola, da alla miscela trimix una maggiore facilità di respirazione
(la miscela è meno densa dell’aria).
Esistono
due tipi di primo stadio: a pistone o a membrana. Il primo stadio a
pistone può essere sia bilanciato che non bilanciato. L’erogatore a
pistone bilanciato si usa per immersioni poco profonde. L’erogatore a
pistone bilanciato offre una grande quantità di aria ed ottime
prestazioni, per cui è utilizzato in immersioni profonde che richiedono
alte performance. L’erogatore bilanciato a membrana risponde molto
rapidamente alla richiesta di aria del subacqueo, per cui potrebbe
essere percepito come più sensibile rispetto a quello a pistone.
Un’altra
importante considerazione da fare nella scelta dell’erogatore è la
temperatura dell’acqua nella quale si utilizzerà. Non tutti gli
erogatori sono idonei ad essere utilizzati sotto i ghiacci o nelle acque
fredde. Generalmente gli erogatori a membrana sono più affidabili in
acque a temperature più bassa di 4 gradi poiché il meccanismo a membrana
è isolato e resiste meglio al freddo. Tuttavia, molti produttori
forniscono particolari kit da utilizzarsi in acque fredde con erogatori a
pistone.
Secondo stadio
Il
secondo stadio dell’erogatore può essere sia bilanciato che non
bilanciato. La differenza sta sostanzialmente nel fatto che il primo è
più performante, mentre il secondo è più affidabile. Una failure
all’erogatore è comunque un fatto davvero poco comune per qualsiasi
erogatore. L’erogatore a membrana, avendo un design più semplice, è
considerato più affidabile e di più facile manutenzione.
Molto
secondi stadi sono provvisti di una manopola che serve a variarne la
sensibilità all’erogazione. Questa manopola non dovrebbe mai essere
portata a fondo corsa perché potrebbe provocare un danneggiamento ai
meccanismi interni. Molti erogatori hanno anche una regolazione chiamata
“Venturi”, che permette di variare il flusso di aria sfruttando il
principio omonimo della fluidodinamica.
I
subacquei dovrebbero sempre utilizzare fruste di ottima qualità per
minimizzare i rischi di rottura e dovrebbero sostituire le fruste dopo
alcuni anni, o comunque non appena queste cominciato a presentare segni
di usura. E' consigliabile eliminare le protezioni in gomma delle
fruste, al fine di poter sempre avere sott'occhio lo stato di salute
delle fruste ed evitare la formazione di residui salini o corrosione
delle parti in genere nascoste dalle protezioni. La frusta lunga
dell'erogatore primario è in genere di 2.1m. Questo nasce dal fatto che
in immersioni in grotta, spesso è necessario muoversi in fila uno dietro
l'altro, per cui è necessario poter raggiungere con la frusta il
compagno, anche in casi in cui non è possibile affiancarsi. Tuttavia
oggi anche i subacquei open water tendono ad utilizzare questa
configurazione che offre maggior comfort in condizioni di emergenza, in
cui è necessario condividere l'aria con il buddy. L'erogatore secondario
è tenuto in posizione davanti alla bocca da un collarino e non deve in
alcun caso interferire con la frusta lunga.
Spesso
i subacquei open water, in immersioni in acque poco profonde,
continuano tuttavia ad utilizzare la frusta corta anche per l'erogatore
principale. Questo è accettabile, poiché in acque basse si minimizza il
rischio di embolie o MDD per ascese di emergenza, senza condivisione di
aria con il compagno. La soluzione con frusta lunga è comunque
considerata sempre la migliore.
La
frusta del manometro è alimentata dall'erogatore di sinistra e
l'estremità con il manometro è vincolata mediante un piccolo moschettone
al D-Ring collocato all'altezza del bacino a sinistra.
Il
manometro non dovrebbe avere la protezione in gomma (come nessun altro
equipaggiamento) e non dovrebbe essere parte di console che ne
aumenterebbe le dimensioni ed il rischio di impigliarsi accidentalmente.
La frusta del manometro dovrebbe essere lunga a sufficienza per una
agevole lettura (una volta sganciato dal D-Ring), ma non troppo lungo da
fuoriuscire oltre la sagoma del subacqueo, creando il solito rischio di
impigliarsi accidentalmente.
Configurazione degli erogatori
Immersione con un solo primo stadio
In
immersioni poco profonde, l'open water diver spesso utilizza un unico
primo stadio con il monobombola. Con un unico primo stadio, le fruste
dei due secondi stadi arrivano al subacqueo dalla spalla destra, mentre
l'inflator ed il manometro sono collocati sulla sinistra.
Immersione con due primi stadi
I
subacquei che utilizzano per le proprie immersioni il bibombola, non lo
fanno solo per incrementare la riserva di aria, ma per sfruttare i
benefici della ridondanza. L'uso del bibombola è ovviamente obbligatorio
per immersioni profonde. Come detto, dal primo stadio di destra
arrivano la frusta dell'erogatore primario, la frusta di gonfiaggio
dell'equilibratore, mentre dal primo stadio di sinistra la frusta
dell'erogatore secondario, il manometro e, se non è presente un
bombolino per argon, la frusta della muta stagna.
La
frusta lunga primaria corre dietro l'ala destra del sacco, dietro il
canister dell'illuminatore (e se non è presente è fatta passare dietro
il coltello o fissata dal fascione ventrale); la frusta dell'erogatore
secondario arriva sempre da destra (l'erogatore è vincolato in posizione
da un collarino).
In
caso di emergenza, il subacqueo cede al compagno l'erogatore
principale, svolgendo per tutta la sua lunghezza, la frusta da 2,1m.
Nello stesso tempo prende a respirare dall'erogatore secondario che è
già in posizione davanti alla bocca (il subacqueo dovrebbe essere in
grado di prendere l'erogatore in bocca anche senza l'ausilio delle
mani).
Qualora
l'emergenza si verifichi in fase di decompressione o durante l'uso
dello stage, il donatore fornisce sempre l'erogatore con frusta lunga.
In caso di decompressione, sarà possibile utilizzare la stessa bombola
decompressiva, respirando alternati (a turni da 5 minuti) o facendo la
respiraizone in coppia.
Ogni
subacqueo in emergenza deve puntare all'erogatore con frusta lunga ed
essere in grado di respirare da questo anche se clippato (penserà a
sclipparlo ed a svolgere la frusta, solo una volta preso contatto con
l'erogatore mettendolo in bocca). Ogni subacqueo deve essere in grado di
svolgere la frusta lunga in qualsiasi tipo di situazione.
Il
corrugato per il gonfiaggio del sistema di equilibratura d'assetto è
collocato sul fianco sinistro del subacqueo. Il corrugato deve essere
sufficientemente lungo per un confortevole utilizzo, ma non troppo lungo
da non rimanere in posizione ed incrementare la resistenza. Inoltre
dovrebbe essere sufficientemente lungo in modo che il subacqueo mentre
lo maneggia sia in grado, con la stessa mano, di raggiungere la bocca,
il naso e la valvola di gonfiaggio della muta stagna, oltre che a
respirare nel corrugato mantenendo premuti entrambi i pulsanti.
Il
corrugato viene mantenuto in posizione da un anello collocato subito
sopra il D-Ring sulla spalla sinistra. Questo sistema permette una
localizzazione immediata dell'inflator.
Il
gonfiaggio del compensatore di assetto è garantito dal primo stadio di
destra, cioè quello che alimenta anche l'erogatore principale. In caso
di malfunzionamento, il subacqueo perde l'uso del sistema di gonfiaggio,
ma può passare a respirare dall'erogatore di backup, alimentato
dall'erogatore di sinistra. Se il gonfiaggio e l'erogatore secondario
fossero alimentati dallo stesso primo stadio, in emergenza il subacqueo
perderebbe l'uso di entrambe le cose, per cui perderebbe sia la
possibilità di respirazione, sia il controllo d'assetto, ma anche il
“terzo” erogatore.
I
subacquei non dovrebbero mai sistemare l'erogatore primario sul
rubinetto di sinistra per evitare il rischio di chiusura accidentale con
un eventuale contatto con una parete (ad esempio nel caso di immersione
in grotta). Contatti ripetuti potrebbero causare la chiusura del
rubinetto, lasciando i subacquei senza l'erogatore primario. Montando il
primo stadio dell'erogatore primario sul rubinetto di destra, un
eventuale contatto non può fare altro che ruotare il volantino nel senso
di apertura, ed anche in caso di rottura della manopola l'erogatore
continua a funzionare.
L'erogatore
primario, come abbiamo più volte detto, è alimentato da una frusta
lunga, in genere non inferiore a 2 metri. Questa lunghezza non causa
alcuna riduzione delle prestazioni dell'erogatore. Se mai ci si dovesse
accorgere di una riduzione di prestazioni dell'erogatore con l'uso della
frusta lunga, questo significa che è l'erogatore stesso a non essere
ideale per l'immersione, non certo una causa della frusta lunga. In tale
caso si consiglia di cambiare l'intero erogatore prima della successiva
immersione.
Negli
anni passati era consuetudine utilizzare una consolle contenente alcuni
strumenti, quali il manometro ed il profondimetro, uniti insieme in un
unico corpo che si riteneva più comodo da sistemare all'attrezzatura e
da utilizzare. Cosa non vera!

La
maschera per il subacqueo dovrebbe essere confortevole da essere
indossata, avere un volume interno ridotto ed essere di materiale molto
resistente e duraturo.
Le
lenti non dovrebbero essere rimuovibili facilmente. Il cinghiolo in
gomma dovrebbe essere resistente, anche se sarebbe meglio che sia
sostituito da un cinghiolo in neoprene, ancora più resistente e
confortevole.
Una
maschera di emergenza dovrebbe sempre essere portata con se nelle
immersioni. Tale maschera dovrebbe essere di volume ridotto e
controllata sempre prima dell'immersione, per valutare lo stato della
seal, delle lenti e del cinghiolo. In genere la maschera di emergenza è
collocata in una delle tasche della muta stagna. Prima dell'immersione
la maschera dovrebbe essere trattata con una sostanza antiappannante.
Snorkel
lo
snorkel serve soltanto quando il subacqueo è in superficie. In
immersione lo snorkel potrebbe provocare problemi, in quanto aumenta il
rischio di impigliarsi da qualche parte. E' meglio quindi evitare di
portare con se lo snorkel se questo non è di ridottissime dimensioni.
Pinne
Pinne
con pale molto rigide sono utilizzate dai subacquei che pretendono una
spinta molto rapida ed efficiente, una buona efficienza per andare
contro corrente o per spingere una pesante attrezzatura. Pinne più
morbide servono per spingere meno attrezzatura ed avere un maggiore
facilità di pinneggiata, anche se meno potente.
Il
subacqueo dovrebbe evitare ogni gancio in plastica che potrebbe
rompersi e sostituire il tutto con cinghiali metallici, elastici e senza
ganci.
Rubinetterie
Si
dovrebbero utilizzare valvole con volantini in gomma, resistenti e di
buona qualità, come sono ad esempio quelli Halcyon, Sherwood, Beauchat,
Scubapro.
Il
volantino dovrebbe essere in gomma morbida con un inserto metallico per
evitare rotture. Non si usano manopole metalliche o di plastica.

Manifold
Il
manifold è disegnato per collegare due bombole, in modo che il
subacqueo in condizioni nominali utilizzi il gas di entrambe le bombole.
In caso di emergenza il manifold serve per isolare le due bombole, in
modo da garantire al subacqueo una riserva di gas, di almeno una delle
due bombole. Qualora infatti si verifichi un'anomalia ad uno dei due
erogatori, la prima cosa da fare è isolare le bombole chiudendo il
manifold. Una volta individuato da quale lato proviene il problema,
bisognerà chiudere il rubinetto corrispondente, ma nel frattempo, con il
manifold chiuso, si ha la certezza che il lato che non ha avuto failure
conservi ancora del gas utilizzabile per sopravvenire all'emergenza.
Il manifold a 300 bar ha una sezione filettata maggiore, per cui garantisce maggiore tenuta a pressioni più elevate.
Il
manifold dovrebbe sempre rimanere aperto, sia durante l'immersione sia
ovviamente durante la ricarica. Se il subacqueo lascia accidentalmente
chiuso il manifold, possono verificarsi diversi problemi. Ad esempio, se
il manometro e l'erogatore da cui si respira sono dalla stessa parte,
il subacqueo percepirà una situazione di rapido esaurimento di gas. Caso
contrario si potrebbe verificare se il manometro e l'erogatore da cui
si sta respirando sono da due parti opposte. Il subacqueo continua cosi a
leggere la stessa pressione, magari non accorgedosi che si sta per
esaurire il gas. Entrambe le situazioni nascono soltanto da una
disattenzione del subacqueo rispetto alla configurazione della propria
attrezzatura.
Il
tipo di bombola che un subacqueo dovrebbe scegliere dipende sia
dall’ambiente di immersione sia dalla propria attrezzatura. Ad esempio,
una pesata non corretta potrebbe essere pericolosa! Ad esempio una
pesata eccessiva può creare difficoltà nel riemergere e raggiungere la
barca nel caso di immersione in mare. Invece, in una immersione in
grotta questo problema potrebbe essere meno pericoloso. Tuttavia, una
cattiva pesata è sempre un problema in generale in quanto rende
difficili anche altre operazioni. Anche un’assetto troppo positivo può
essere causa di situazioni pericolose, ad esempio in mare questo può
comportare una risalita veloce, magari una scorretta decompressione, la
separazione dal compagno. In grotta invece essere troppo positivi
significa essere spinti contro la parete superiore della grotta,
danneggiare l’attrezzatura ed avere problemi a raggiungere l’uscita.
La
situazione ottimale per una corretta pesata è quella di essere
pressoché neutri a fine immersione, con le bombole quasi vuote, e non
eccessivamente negativi ad inizio immersione, con le bombole
completamente piene.
La
corretta pesata dipende non solo dalle bombole ma anche da altri
fattori, quali ad esempio il tipo di muta e sottomuta. Una muta in
neoprene tende a diventare più positiva in prossimità della superficie,
quindi richiede maggiore zavorra. Il rischio di una pesata eccessiva è
sempre da tenere in considerazione: un problema al compensatore
d’assetto in profondità potrebbe diventare una fonte di pericolo seria
se non si è in grado di sostentare questa eccessiva zavorra.
Facciamo un esempio:
Subacqueo in immersione con monobmbola in alluminio 80cf: -2,5 kg
Zavorra indossata per bilanciare la spinta positiva: -11 kg
Spinta negativa totale: -13,5 kg
Nel
caso di una configurazione del genere, in caso di una malfunzionamento
del sistema di controllo d’assetto ad inizio immersione, il subacqueo si
trova a dover fronteggiare una spinta negativa di 13,5kg. Ovviamente
non può togliere la cintura dei pesi per evitare una risalita
incontrollata, ma dovrebbe essere in grado di smaltire parte di questa
spinta negativa, ad esempio il canister, per raggiungere la superficie.
E’ quindi opportuno valutare la migliore disposizione della zavorra.
Esistono
diversi sistemi di zavorra: cintura dei pesi, v-weight, canister
dell’illuminatore, keel weight (dietro la bombola). E’ necessario
utilizzare quanto più possibile un sistema di zavorra parzialmente
rimuovibile, per ottimizzare la risalita in caso di malfunzionamento del
controllo d’assetto. Non è cosa ottimale sistemare tutti i pesi in
cintura, né avere tutti i pesi fissi. La cosa migliore è distribuire la
zavorra scegliendo contemporaneamente tutti i sistemi sopra elencati.
Molti
pensano che una soluzione per minimizzare il problema della corretta
pesata sia di sovrazavvorrarsi e di utilizzare un compensatore d’assetto
di volume maggiore. E’ una soluzione sbagliata, in quanto un
compensatore troppo grande aumenta la resistenza idrodinamica,
l’ingombro ed il rischio di ingarbugliamento.
La
soluzione ottimale è quella di rimanere il meno zavorrati possibile,
arrivando ad essere neutri a 3m, con le bombole pressoché vuote.
Il metodo migliore di zavorra è quello dei pesi rimuovibili (es cintura dei pesi).
Il
subacqueo deve comunque essere in grado di riemergere anche in
condizione di perdita della funzionalità del compensatore d’assetto, con
tutta l’attrezzatura e le bombole piene
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